Il gesto delle tre dita ricompare a Torino
Un episodio che riporta alla memoria le turbolente proteste degli anni Settanta ha caratterizzato il corteo studentesco Pro Pal svoltosi a Torino. Alcuni giovani partecipanti hanno riproposto il gesto delle tre dita, un simbolo che richiama la P38, un’arma da fuoco utilizzata durante i cortei dell’Autonomia Operaia.
Il gesto, che ha suscitato preoccupazione tra gli osservatori, è stato interpretato come un omaggio alle lotte studentesche del passato, ma anche come un segnale di possibile ritorno di tendenze estreme all’interno del movimento studentesco.
Il legame con Askatasuna
Il corteo ha visto la partecipazione di diversi collettivi studenteschi, alcuni dei quali sono legati al centro sociale Askatasuna, considerato a oggi l’ultima roccaforte dell’Autonomia in Italia. Askatasuna è un centro sociale che si identifica con l’ideologia dell’Autonomia, un movimento politico e sociale che ha avuto un ruolo importante nelle lotte studentesche e operaie degli anni Settanta.
La presenza di collettivi legati ad Askatasuna al corteo ha rafforzato l’ipotesi che il gesto delle tre dita non sia stato un semplice atto di nostalgia, ma un segnale di continuità con le ideologie e le pratiche dell’Autonomia Operaia.
Un segnale di allarme?
Il ritorno del gesto delle tre dita durante un corteo studentesco a Torino ha suscitato preoccupazione per un possibile ritorno di tendenze estreme all’interno del movimento studentesco. La rievocazione delle proteste degli anni Settanta, con i suoi simboli e le sue pratiche, potrebbe essere interpretata come un segno di una ripresa di ideologie e metodi che erano considerati superati.
È importante sottolineare che il gesto delle tre dita non è di per sé un indicatore di violenza o di estremismo. Tuttavia, il suo utilizzo in un contesto come quello del corteo Pro Pal ha suscitato preoccupazione per la possibilità di un ritorno di tendenze violente all’interno del movimento studentesco.
La memoria e il futuro
Il gesto delle tre dita riporta alla memoria un periodo storico complesso e controverso. È importante analizzare questo evento con attenzione, senza cadere in facili generalizzazioni o demonizzazioni. La rievocazione del passato non deve essere interpretata come un ritorno al passato, ma come un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del movimento studentesco. È necessario promuovere un dibattito aperto e costruttivo su come affrontare le sfide e le tensioni che caratterizzano la società contemporanea, senza cadere in trappole ideologiche o in forme di violenza.