Un futuro incerto per i bambini campani e siciliani
Nonostante gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), la Campania e la Sicilia si troveranno ancora in una situazione di svantaggio per quanto riguarda la copertura dei posti negli asili nido nel 2026. Secondo un’analisi condotta da Save the Children e Svimez, la Campania si attesterà al 29,6% e la Sicilia al 25,6%, ben lontane dalla media nazionale che si prevede raggiungerà il 41,3% nello stesso anno.
La situazione è particolarmente preoccupante se si considera che la Campania e la Sicilia sono la seconda e la terza regione, dopo la Provincia Autonoma di Bolzano, per incidenza dei bambini 0-2 sulla popolazione. Inoltre, entrambe le regioni presentano alti tassi di povertà minorile e dispersione scolastica, fattori che rendono ancora più urgente la necessità di un accesso equo e universale ai servizi di cura e educazione per l’infanzia.
L’Italia si avvicina all’obiettivo europeo
L’analisi di Save the Children e Svimez, contenuta nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) dal titolo “Un due tre…stella. I primi anni di vita”, evidenzia come l’investimento del Pnrr e del nuovo piano nidi promosso dal ministero dell’Istruzione e del Merito contribuirà ad accrescere la copertura nazionale di oltre dieci punti percentuali, portandola al 41,3%. Questo risultato avvicina l’Italia all’obiettivo europeo del 45% per il 2030.
Undici regioni, tra cui Molise, Umbria, Abruzzo, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta, Marche, Sardegna, Toscana, Lazio, Liguria e Friuli-Venezia Giulia, supereranno il target del 45%, mentre altre sette si attesteranno tra il 38% e il 45%. Tuttavia, i gap territoriali rimarranno piuttosto ampi, con Campania e Sicilia che si troveranno ancora in una situazione di svantaggio rispetto alla media nazionale.
L’importanza di un accesso equo all’educazione
L’accesso ai servizi di cura e educazione per l’infanzia è fondamentale per lo sviluppo del bambino e per la sua crescita armoniosa. Un’equa distribuzione di questi servizi, soprattutto nelle regioni con alti tassi di povertà e dispersione scolastica, è un passo cruciale per garantire un futuro migliore per i bambini e per costruire una società più equa e inclusiva.