L’ammissione di colpe e le indagini
Andrea Piscina, ex conduttore radiofonico di 25 anni, ha ammesso i fatti nel processo con rito abbreviato per produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale nei confronti di minori. L’uomo, arrestato il 13 giugno scorso, ha parlato di problemi familiari e personali durante la sua dichiarazione davanti al giudice. Le indagini, coordinate dal pm Giovanni Tarzia e condotte dal Nucleo specializzato sui crimini informatici della Polizia locale, hanno rivelato che Piscina adescava i minori su piattaforme social con falsi nomi come “Alessia”, “Anna” e “Sara”.
Sui dispositivi del giovane, che era anche allenatore in una polisportiva, sono state trovate oltre mille immagini di bambini e ragazzi di età compresa tra i 9 e i 14 anni. L’indagine è stata avviata da una denuncia presentata nell’estate 2023 dalla madre di un ragazzino che frequentava la polisportiva. Inizialmente, è stata identificata una vittima, ma nel corso delle indagini sono stati individuati altri due minori che sarebbero stati adescati attraverso l’attività di Piscina nella polisportiva.
Il processo e le parti civili
Il processo, che si terrà il 19 dicembre davanti al gup di Milano Roberto Crepaldi, vedrà le parti discutere sulle contestazioni dell’inchiesta. I familiari di due dei tre bambini individuati come vittime si sono costituiti come parti civili. Piscina, difeso dall’avvocato Valentina Di Maro, ha già offerto una somma come risarcimento e sta seguendo un percorso in carcere.
La reazione di Rtl 102.5
Andrea Piscina conduceva un programma su Rtl 102.5. L’emittente, dopo aver appreso con “incredulità e sgomento” la notizia dell’arresto, ha subito deciso di “sospendere in via cautelativa” il conduttore.
Riflessioni sulla gravità del crimine
La notizia del processo ad Andrea Piscina è un triste monito sulla diffusione di crimini come la pedopornografia e la violenza sessuale su minori. È fondamentale ricordare che questi reati hanno conseguenze devastanti sulle vittime e sulle loro famiglie. La collaborazione tra le forze dell’ordine e la prontezza delle istituzioni nel reagire a tali crimini sono elementi cruciali per garantire la sicurezza dei minori e per contrastare la diffusione di questo fenomeno.