Una testimonianza chiave nel processo Regeni
Un nuovo tassello si aggiunge al complesso puzzle del caso Regeni. Una cittadina tedesca, che all’epoca dei fatti condivideva l’appartamento con Giulio Regeni e Mohamed El Sayed al Cairo, ha fornito una testimonianza cruciale nel processo a carico di quattro 007 egiziani.
La donna, sentita in modalità protetta per motivi di sicurezza, ha rivelato che a metà dicembre 2015, poco prima di Natale, un uomo che si presentava come appartenente ai servizi segreti egiziani si recò nell’abitazione di Regeni.
Secondo il racconto del teste, l’uomo chiese a El Sayed una copia del passaporto di Regeni. El Sayed, profondamente turbato dall’accaduto, era convinto che si trattasse di un controllo da parte della National Security, il servizio segreto egiziano.
Il timore di El Sayed
La testimonianza evidenzia il clima di paura e di sospetto che aleggiava intorno a Regeni e ai suoi amici. El Sayed, che era presente durante la visita dell’uomo, si è detto spaventato dall’accaduto, e ha espresso la sua convinzione che si trattasse di un’azione condotta dalla National Security.
La testimonianza della donna, seppur indiretta, potrebbe fornire un nuovo elemento di prova nel processo in corso. La procura italiana sta indagando sulla scomparsa e la morte di Regeni, avvenuta nel gennaio 2016, e sta cercando di ricostruire le ultime ore di vita del ricercatore italiano.
Un contesto di sospetto
Il caso Regeni ha suscitato un’ondata di indignazione internazionale. Il ricercatore italiano, scomparso al Cairo nel gennaio 2016, è stato ritrovato morto con segni di tortura. La procura italiana ha accusato quattro 007 egiziani di sequestro di persona, omicidio e tortura.
La testimonianza della donna si inserisce in un contesto di sospetto e di incertezza che circonda il caso Regeni. Le autorità egiziane hanno sempre negato ogni coinvolgimento nella scomparsa e nella morte del ricercatore italiano. La procura italiana, invece, continua a indagare, cercando di fare luce su un caso che ha scosso l’opinione pubblica internazionale.
Considerazioni personali
La testimonianza di questa donna, seppur indiretta, è un tassello importante per comprendere il contesto in cui si è consumata la tragedia di Giulio Regeni. Il fatto che un presunto agente dei servizi segreti egiziani si sia presentato a casa di Regeni e abbia chiesto il suo passaporto, alimentando il timore di El Sayed, dimostra quanto il ricercatore italiano fosse sotto osservazione. Questo episodio, se confermato, potrebbe essere un’ulteriore prova della responsabilità dello Stato egiziano nella morte di Regeni. È fondamentale che la procura italiana continui a indagare con determinazione per fare luce su questo tragico caso e garantire giustizia per Giulio Regeni.