Un cinema di Milano rifiuta la proiezione di “Liliana”
Un episodio sconcertante ha caratterizzato la presentazione del film “Liliana”, dedicato alla senatrice a vita Liliana Segre, in anteprima al teatro Dal Verme di Milano. Il regista Ruggero Gabbai ha rivelato che un cinema della città ha rifiutato la proiezione del film, motivando la decisione con la frase “Abbiamo paura”.
Le ragioni del regista
Gabbai ha spiegato al pubblico le ragioni che lo hanno spinto a raccontare la storia di Liliana Segre. Il regista ha sottolineato l’importanza di ricordare la Shoah e di combattere l’antisemitismo, e ha espresso la sua speranza che il film possa contribuire a questo scopo.
La reazione di Liliana Segre
Liliana Segre, presente all’anteprima, ha espresso la sua delusione per la vandalizzazione del murale che la ritraeva con Sami Modiano, un altro sopravvissuto alla Shoah. “Mi hanno tolto il volto, l’identità. Mi hanno lasciato il numero. Saranno così intelligenti?” ha detto la senatrice, sottolineando la gravità dell’atto vandalico.
Il sindaco Sala: “Liliana Segre è la vera guida di Milano”
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha preso la parola prima della proiezione del film, definendo Liliana Segre “la vera guida di Milano”. Sala ha sottolineato l’importanza del suo ruolo nel passato, nel presente e nel futuro, e ha invitato tutti a combattere contro l’intolleranza e l’antisemitismo.
Un segnale allarmante
Il rifiuto di un cinema di proiettare il film “Liliana” e la vandalizzazione del murale sono segnali allarmanti che dimostrano la persistenza dell’antisemitismo e dell’intolleranza in Italia. È fondamentale che la società civile si impegni a combattere questi fenomeni, promuovendo la memoria e la comprensione.
Un atto di coraggio
Il rifiuto di un cinema di proiettare il film “Liliana” è un atto di codardia che non fa onore alla città di Milano. È importante che le istituzioni e la società civile si mobilitino per contrastare l’antisemitismo e l’intolleranza, e per garantire che la memoria della Shoah non venga dimenticata.