La storia di Mattia e la tentazione della violenza
Il film ‘La cosa migliore’ di Federico Ferrone racconta la storia di Mattia, un ragazzo ‘normale’ che, dopo la morte improvvisa del fratello, si avvicina all’Islam e intraprende un percorso di radicalizzazione. Il regista, ispirato dagli attentati dell’Isis e dai foreign fighters che partivano per la Siria e l’Iraq, ha voluto esplorare la possibilità che la tentazione della violenza jihadista potesse colpire chiunque.
“Come tutti, a metà anni 2010, sono rimasto colpito dagli attentati dell’Isis, e in particolare dai foreign fighters che partivano per la Siria e l’Iraq – spiega il regista – Al di là dell’orrore oggettivo delle loro azioni, scavando nelle loro vite emergevano profili molto diversi come se la tentazione della violenza jihadista potesse colpire tutti. Ho voluto immaginare la parabola di un ragazzo ‘normale’, una specie di figlio o fratello maggiore preda di una deriva pericolosa, ma con cui fosse possibile empatizzare.”
Un’immersione realistica nel mondo arabo e islamico
Ferrone, che ha vissuto da studente a Bologna e ha lavorato per Al Jazeera, ha cercato di rappresentare il mondo arabo e islamico in modo realistico e umano, evitando cliché e inesattezze.
“Ho cercato di raccontare i personaggi e i luoghi legati all’Islam e al mondo arabo in maniera più umana possibile, evitando cliché e inesattezze. Abbiamo girato nella moschea di Trento, ad esempio, creando una bellissima collaborazione con l’imam e la comunità locale. Lo stesso in Marocco, a Tangeri, adattando anche alcune scene alla realtà che trovavamo sul posto.”
Un film che invita alla riflessione
‘La cosa migliore’ è un film che invita alla riflessione sulla complessità del fenomeno della radicalizzazione, sul ruolo dell’Islam nella società contemporanea e sulla fragilità dell’animo umano.
Il film, prodotto da Apapaja in collaborazione con Rai Cinema e la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission e Trentino Film Commission, sarà presentato in anteprima al Festival di Roma e poi al Modernissimo di Bologna nell’ambito della rassegna Visione Italiane 2024. Dal 15 novembre sarà in programmazione al cinema Galliera.
Un’analisi del fenomeno della radicalizzazione
‘La cosa migliore’ si presenta come un film che affronta un tema complesso e delicato come la radicalizzazione jihadista. L’approccio del regista, che si concentra sulla storia di un ragazzo ‘normale’ che intraprende un percorso di radicalizzazione, è interessante perché evita di demonizzare l’Islam e di presentare i radicalizzati come figure stereotipate. Il film si propone come un’analisi realistica e umana di un fenomeno che affligge la società contemporanea, invitando lo spettatore a riflettere sulle cause e sulle conseguenze della radicalizzazione.