L’accusa chiede la conferma dell’ergastolo per Padovani
L’avvocato generale dello Stato, Ciro Cascone, ha concluso la sua requisitoria nel processo d’Appello per l’omicidio di Alessandra Matteuzzi, chiedendo la conferma della sentenza di primo grado che ha condannato Giovanni Padovani all’ergastolo. Cascone ha definito Padovani un assassino che non ha mostrato rimorso e ha premeditato l’omicidio della ex fidanzata, considerata di sua proprietà. “Padovani non è folle, non è pazzo, anche se ha finto di esserlo. Padovani non era folle quando ha ucciso Matteuzzi e non è folle adesso. Padovani non ha nemmeno accettato di ammettere le sue responsabilità, Padovani è un assassino che merita l’ergastolo e chiediamo la conferma quindi della sentenza di primo grado”, ha affermato Cascone.
Il movente: “Padovani considerava Alessandra di sua proprietà”
Cascone e la sostituta procuratrice generale, Adele Starita, hanno sottolineato come “Padovani considerava Alessandra di sua proprietà e non le permetteva di liberarsi di lui. Padovani la disprezza – ha detto Starita -, la disprezza profondomente, e anche di fronte al suo corpo senza vita la insulta. Padovani non ha mai mostrato rimorso dice la Corte d’Assise. La confessione? Non ha peso, perché è stato un omicidio fatto davanti a più testimoni, e comunque Padovani in seguito ha negato tutto ciò che poteva negare”, ha aggiunto la sostituta procuratrice generale negando la concessione delle attenuanti generiche.
La premeditazione dell’omicidio
“La decisione di ucciderla non è sul momento – ha detto ancora Cascone – ma è premeditata. Padovani cerca il controllo totalizzante su Alessandra e quando lei cerca di sottrarsi lui non glielo permette. La decisione in lui di ucciderla si sedimenta nel corso dei mesi. Per lui l’unica via d’uscita è l’eliminazione fisica di Alessandra, la decisione non viene presa in agosto ma molto prima. Questa è la cronaca di una morte annunciata.”
La discussione prosegue con le parti civili
La discussione sta proseguendo con gli interventi delle parti civili.
Un caso di femminicidio che scuote l’Italia
Il caso di Alessandra Matteuzzi è un esempio tragico di femminicidio, un fenomeno che continua a colpire la società italiana. La requisitoria dell’accusa evidenzia la gravità del reato e la necessità di una condanna esemplare per scoraggiare la violenza contro le donne.