L’aggressione e le conseguenze
La Procura di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio per l’uomo che nell’ottobre 2022 aggredì brutalmente l’immunologo Francesco Le Foche, 65 anni, nel suo studio medico. L’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari (gup) della Capitale è stata fissata per il prossimo 17 luglio.
Secondo una perizia psichiatrica disposta dal tribunale, l’indagato, nonostante una “diminuita capacità di intendere e di volere al momento del fatto”, è ritenuto in grado di affrontare il processo.
Le Foche, responsabile del reparto di immunoinfettivologia al Policlinico Umberto I e medico in prima linea durante la pandemia, subì un violento attacco al volto da parte del suo paziente, riportando gravi ferite ad un occhio.
L’intervento dell’agente di polizia
L’immunologo fu salvato dall’intervento tempestivo di un agente di polizia libero dal servizio, che fu attirato dalle urla provenienti dallo studio medico in via Po, nel quartiere Salario.
L’agente, sentendo le grida di aiuto, si precipitò nello studio e riuscì a bloccare l’aggressore, evitando ulteriori danni a Le Foche.
Riflessioni sull’aggressione
L’aggressione subita dal dottor Le Foche è un evento sconvolgente che evidenzia la crescente violenza e aggressività che si registra in alcuni contesti sociali. La perizia psichiatrica ha evidenziato una “diminuita capacità di intendere e di volere” nell’aggressore, sollevando interrogativi sulla responsabilità individuale e sulla necessità di interventi di prevenzione e sostegno. È fondamentale riflettere sulle cause alla base di tali episodi e sull’importanza di garantire la sicurezza di medici e operatori sanitari, che svolgono un ruolo fondamentale nella società.