La scoperta dei resti e l’identificazione
I resti di Amelia Sanjurjo Casal, scomparsa durante la dittatura militare in Uruguay (1973-1985), sono stati identificati. La scoperta è stata annunciata dal procuratore specializzato in crimini contro l’umanità, Ricardo Perciballe, che ha confermato che i resti, ritrovati quasi un anno fa sepolti nel terreno di un battaglione dell’esercito uruguaiano nel dipartimento di Canelones, appartengono all’ex militante comunista. Si tratta della prima donna scomparsa durante la dittatura ad essere identificata in Uruguay.
La storia di Amelia Sanjurjo Casal
Amelia Sanjurjo Casal era un’attivista sociale e politica, membro del Partito comunista e impiegata in una casa editrice. Fu arrestata nel novembre 1977 per la sua opposizione alla dittatura e trasferita nel centro clandestino di detenzione e tortura La Tablada, dove ha subito “torture che l’hanno portata alla morte” all’età di 41 anni, mentre probabilmente era incinta.
La riapertura del caso
Il procuratore Perciballe ha annunciato l’intenzione di riaprire il caso, che era stato archiviato. “Nei prossimi giorni depositeremo una memoria per indagare sui responsabili del suo omicidio e della sua sparizione forzata”, ha affermato.
Un passo avanti nella ricerca della verità
L’identificazione di Amelia Sanjurjo Casal rappresenta un passo avanti importante nella ricerca della verità sulle violazioni dei diritti umani avvenute durante la dittatura in Uruguay. La sua storia, come quella di tante altre vittime, è un monito a non dimenticare il passato e a lavorare per la giustizia e la memoria. La riapertura del caso è un segnale positivo, che potrebbe portare alla luce nuovi dettagli e alla condanna dei responsabili delle atrocità commesse.