Gli USA accusati di alimentare il conflitto
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che gli Stati Uniti sono in grado di contribuire alla fine del conflitto in Ucraina, ma che questo non può essere fatto dall’oggi al domani. Peskov ha accusato gli USA di “buttare benzina sul fuoco” e di partecipare direttamente al conflitto, affermando che la loro politica ha contribuito ad alimentare la guerra. Ha sottolineato che gli USA, essendo il paese che sta “costantemente buttando benzina sul fuoco” e che “vi partecipa direttamente”, hanno il potere di cambiare la traiettoria del conflitto. “Siccome proprio gli Usa sono il paese che butta costantemente benzina sul fuoco in questo conflitto e vi partecipa direttamente, essi sono in grado di cambiare la traiettoria della loro politica”, ha dichiarato Peskov.
Un possibile cambio di rotta dopo gennaio?
Peskov ha comunque ammesso che un cambiamento di rotta da parte degli Stati Uniti potrebbe essere possibile, ma ha aggiunto che non è chiaro quando e in che modo questo avverrà. “Ma se questo sarà fatto e in che modo lo sapremo solo dopo gennaio”, ha concluso il portavoce, citato dall’agenzia Interfax. Le dichiarazioni di Peskov arrivano in un momento di crescente tensione tra Russia e Stati Uniti, con l’Ucraina al centro del conflitto. Gli Stati Uniti hanno fornito ingenti aiuti militari all’Ucraina e hanno imposto sanzioni alla Russia, mentre Mosca ha accusato Washington di alimentare il conflitto e di cercare di indebolire la Russia.
Un’affermazione ambigua con implicazioni complesse
Le dichiarazioni di Peskov sono ambigue e aprono a diverse interpretazioni. Da un lato, riconosce il ruolo degli Stati Uniti nel conflitto, accusandoli di alimentare la guerra, dall’altro ammette che Washington ha la possibilità di contribuire alla sua fine. Questo potrebbe essere interpretato come un segnale di apertura da parte della Russia, o come un tentativo di mettere pressione sugli Stati Uniti affinché modifichino la loro politica. La frase “lo sapremo solo dopo gennaio” aggiunge un ulteriore livello di ambiguità, lasciando aperto il dubbio su quali siano le reali intenzioni della Russia.