Un appello per l’istruzione accessibile
Papa Francesco ha inaugurato la sua visita alla Pontificia Università Gregoriana con un messaggio chiaro e potente: l’istruzione deve essere accessibile a tutti. Riconoscendo le disuguaglianze storiche, ha affermato: “Siamo nel tempo in cui l’istruzione era un privilegio, condizione che non si è ancora estinta”. Citando don Lorenzo Milani, ha sottolineato che “perdendo i poveri si perderebbe la scuola”.
Il Papa ha anche evidenziato l’importanza di un’istruzione che non si limiti a trasmettere conoscenze, ma che coltivi le emozioni e la sensibilità degli studenti: “Nessun algoritmo potrà sostituire la poesia, l’ironia e l’amore”, ha detto, invitando gli studenti a “prendere contatto con le proprie emozioni”.
Per realizzare questa visione, Papa Francesco ha immaginato un’università che “abbia odore di carne di popolo e che non calpesti le differenze”, un luogo che “non temi la contaminazione” e che si ponga “alla stessa altezza per guardarsi negli occhi”.
Un’università come casa del cuore
Il Papa ha proseguito il suo discorso con un appello a trasformare l’università in “una casa del cuore”, un luogo di incontro e di condivisione, dove le gerarchie sono superate e tutti si riconoscono come “mendicanti di conoscenza”. Ha invitato la comunità accademica a “disarmare i pensieri, disarmare le parole, disarmare gli sguardi” e a “toccare le ferite” che “attendono cura”.
In un’atmosfera di apertura e di umiltà, Papa Francesco ha sottolineato l’importanza del senso dell’umorismo, definendolo un tratto distintivo dell’umanità. “Una donna, un uomo che non ha il senso dell’umorismo non è umano”, ha detto, confessando la sua personale preghiera quotidiana a San Tommaso, che include la frase: “Signore dammi una buona digestione”.
Il Papa ha anche lanciato un monito contro la “cocacolizzazione spirituale”, un pericolo che minaccia l’autentica ricerca e l’insegnamento. “Ci sono purtroppo tanti discepoli della coca-cola spirituale”, ha detto, sottolineando che “la visione e la consapevolezza del fine impediscono la ‘cocacolizzazione’ della ricerca e dell’insegnamento che porterebbe alla ‘cocacolizzazione’ spirituale”.
La storia della Pontificia Università Gregoriana
La Pontificia Università Gregoriana è la più antica tra le università pontificie romane. Le sue origini risalgono al 1551, quando sant’Ignazio di Loyola fondò il Collegio Romano, conosciuto anche come “Universitas omnium Nationum”. Nel 1873, in onore di papa Gregorio XIII, l’istituzione prese il nome di “Università Gregoriana”, chiamata affettuosamente “la Greg” dai suoi studenti. La sua attuale sede, in Piazza della Pilotta, è stata inaugurata nel 1930.
Oggi, la Gregoriana vanta un corpo studentesco internazionale di circa 2952 studenti provenienti da 121 paesi. Tra i suoi ex studenti si contano numerosi Papi, vescovi, cardinali e leader laici. La Gregoriana si distingue per la sua ricca storia e per il suo ruolo cruciale nella formazione di figure di spicco nel mondo cattolico. Il Papa ha un ruolo fondamentale nella selezione del Rettore dell’Università. Dal 19 maggio 2024, su richiesta di Papa Francesco, il Pontificio Istituto Biblico e il Pontificio Istituto Orientale sono stati incorporati alla Gregoriana.
Tra gli ex studenti illustri, la Pontificia Università Gregoriana conta 27 Santi, 57 Beati e 16 Papi. Il 36% del collegio cardinalizio e il 24% dei vescovi cattolici nel mondo sono ex studenti dell’ateneo dei Gesuiti.
Un messaggio di speranza e di cambiamento
Le parole di Papa Francesco alla Gregoriana rappresentano un messaggio di speranza e di cambiamento per il mondo accademico. L’invito a un’istruzione accessibile e inclusiva, che coltivi la sensibilità e l’umiltà, è un appello a ripensare il ruolo dell’università nella società. L’enfasi sulla compassione, sull’umorismo e sulla ricerca autentica è un invito a riscoprire i valori fondamentali che dovrebbero guidare la vita accademica.