L’indagine e l’archiviazione
Un’indagine per abuso d’ufficio, che ha riguardato la gestione dei fondi del Piano di sviluppo rurale della Regione Umbria, è stata archiviata. La vicenda, che ha coinvolto la presidente della Regione, Donatella Tesei, e l’assessora regionale al Bilancio, Paola Urbani Agabiti, era incentrata su finanziamenti ricevuti da una azienda agricola nella quale lavorerebbe il figlio della governatrice e di proprietà del marito dell’assessora.
Il procuratore Cantone ha inviato al Gip la richiesta di archiviazione alla luce dell’abolizione del reato di abuso d’ufficio. La richiesta è stata accolta dal gip, che ha già archiviato l’indagine a carico della presidente e della stessa assessora Agabiti.
Il difensore dell’assessora Agabiti, l’avvocato Nicola Di Mario, ha dichiarato che, in assenza dell’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, la contestazione originaria sarebbe risultata infondata.
Le delibere al centro dell’indagine
Le due delibere di programmazione economica della Regione Umbria al centro dell’indagine riguardavano l’utilizzo di 285 milioni di euro per il Piano di sviluppo rurale. Dopo la consultazione con le associazioni di categoria, sono state individuate le filiere a cui destinare i fondi: olio, luppolo e tartufo. Per la gestione dei bandi, sono state costituite delle associazioni temporanee di scopo, tra cui quella del settore tartufo, alla quale ha partecipato l’azienda del marito dell’assessora Agabiti.
L’indagine, partita da un esposto anonimo, non ha mai formalizzato un vero e proprio capo d’accusa.
Le reazioni politiche
La vicenda ha assunto un carattere politico in vista delle elezioni regionali del prossimo 17 e 18 novembre. Il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, ha chiesto alla presidente Tesei di fare chiarezza, mentre il segretario del Pd dell’Umbria, Tommaso Bori, ha parlato di un “sistema consolidato che si è servito delle istituzioni per finanziare aziende di famiglia”.
La candidata alla Regione Umbria per il centrosinistra, Stefania Proietti, ha definito la vicenda “una situazione per cui la buona politica avrebbe evitato di trovarsi, proprio per ragioni di opportunità politica e di conflitto di interessi”.
Considerazioni personali
L’archiviazione dell’indagine, pur motivata dall’abolizione del reato di abuso d’ufficio, lascia un’ombra di dubbio sulla vicenda. La coincidenza tra i beneficiari dei fondi e il legame familiare con i due esponenti politici, anche se non ha portato a un’accusa formale, solleva interrogativi sull’opportunità e la trasparenza delle decisioni prese. L’opinione pubblica, soprattutto in vista delle prossime elezioni, si aspetta chiarezza e trasparenza da parte degli amministratori pubblici, per evitare che la percezione di favoritismi e conflitti di interesse minino la fiducia nelle istituzioni.