Calciatori e allenatori contro la Liga
La decisione della Liga di non sospendere il campionato in segno di solidarietà con le vittime della Dana a Valencia ha scatenato polemiche nel mondo del calcio spagnolo. Mentre i piloti di MotoGp hanno spinto per la cancellazione del Gran Premio di Valencia, il campionato di calcio spagnolo va avanti, ad eccezione di cinque gare che coinvolgono i club della regione valenciana.
Tra i più critici troviamo l’allenatore dell’Atletico Madrid, Diego Simeone, che ha definito la decisione di giocare la partita contro Las Palmas “senza senso”. “È durissimo tutto quello che sta succedendo ed è emozionante vedere come la gente stia aiutando con una pala o con quello che ha. C’è la solidarietà di tutti. Noi vogliamo aiutare da dove possiamo. Ci sono persone che stanno passando un brutto momento, è molto triste. E a noi dicono di continuare, ed eccoci qui”, ha sottolineato l’argentino.
Anche Pablo Maffeo, giocatore del Maiorca, si è espresso in modo netto: “Valencia è una tragedia e credo che in situazioni come questa non si dovrebbe giocare la giornata di campionato. Ci sono molte persone che hanno parenti e amici lì; e sappiamo che stanno passando un brutto momento”.
Hansi Flick, allenatore del Barcellona, ha dichiarato che, se fosse dipeso da lui, avrebbe sospeso tutto perché “è davvero una tragedia per la Comunità Valenciana e per tutta la Spagna”.
La Liga si difende
La Liga, attraverso i media, ha assicurato che la decisione di non posticipare l’intera giornata non ha a che fare con la saturazione del calendario. Tuttavia, la sensazione è che il timore di dover rimodulare il calendario abbia spinto a non rinviare le gare.
Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha scritto su Twitter: “Crediamo che nella terribile situazione che stiamo vivendo in Spagna, il miglior messaggio non è fermarsi, tranne che nelle zone colpite. Il miglior messaggio è essere in prima linea nei nostri posti di lavoro come tutti i lavoratori degli altri settori, dando visibilità, generando risorse e spiegando al mondo che dobbiamo essere tutti al lavoro per andare avanti”.
La Liga si è impegnata ad avviare quanto prima un censimento dei campetti di calcio distrutti dalla furia delle acque per ricostruirli e aiutare così le comunità locali.
Un dibattito complesso
La decisione della Liga di non sospendere il campionato in segno di solidarietà con le vittime della Dana a Valencia solleva un dibattito complesso. Da un lato, c’è la comprensibile necessità di dare un segnale di vicinanza alle persone colpite dalla tragedia. Dall’altro, la Liga argomenta che il continuare a lavorare, anche nel mondo del calcio, sia un messaggio di speranza e di unità. È difficile stabilire quale sia la scelta giusta, ma è importante che la Liga, in futuro, si impegni a trovare un equilibrio tra le esigenze del calendario e la sensibilità verso le tragedie che colpiscono il paese.