La memoria di Pamela Mastropietro e l’aumento dei corsi di difesa personale
Un’ondata di iscrizioni ai corsi di difesa personale sta investendo le palestre italiane, con un numero crescente di donne e giovani che si avvicinano a queste discipline. A Roma, l’Associazione Pamela Mastropietro, in memoria della ragazza uccisa nel 2018, ha avviato un progetto che offre otto lezioni gratuite di difesa personale, in collaborazione con il Centro difesa e sport. L’iniziativa, che si basa sul metodo PATH, un insieme di tecniche di arti marziali incentrate sulla difesa e la fuga, è nata da un’idea della mamma di Pamela, Alessandra Verni, che ha dichiarato: “Questa idea nasce dalla memoria di mia figlia. Forse se avesse saputo difendersi sarebbe ancora qui”.
La crescente domanda di corsi di difesa personale riflette una crescente preoccupazione per la sicurezza personale, soprattutto nelle donne. L’Istat rileva che una donna su due ha paura di uscire da sola di sera, e questo timore, unito al desiderio di rafforzare la sicurezza e l’autostima, spinge molte persone a iscriversi a questi corsi. Anche i ragazzi, soprattutto dai 12-13 anni, sono sempre più spesso iscritti dai genitori, preoccupati per il fenomeno del bullismo.
L’approccio mentale e le tecniche di difesa
I corsi di difesa personale non si limitano all’apprendimento di tecniche fisiche, ma pongono grande enfasi sull’aspetto mentale. Gli esperti concordano sul fatto che lo stato d’animo e l’atteggiamento verso un potenziale aggressore siano determinanti, così come il modo in cui si guarda chi si ha di fronte. Le lezioni iniziano con l’analisi del rischio e del pericolo, e proseguono con l’apprendimento di tecniche di difesa in caso di aggressioni a mano nuda o armata.
Esistono numerosi metodi di difesa personale, dai corsi tradizionali ai tutorial online, e alcune aziende stanno iniziando a offrirli ai propri dipendenti. Tuttavia, è importante saper distinguere un corso valido da uno poco affidabile. Alfredo Bei, docente di discipline del combattimento e difesa personale presso l’Università di Cassino, consiglia di diffidare di chi promette risultati in poche lezioni: per acquisire competenze minime sono necessari mesi, se non anni, di pratica.
La motivazione e l’obiettivo dei corsi
La motivazione che spinge le persone a iscriversi ai corsi di difesa personale non è solo la paura di un’aggressione. Alessia Catena, una ragazza iscritta in una palestra romana, ha dichiarato: “L’ho scelto soprattutto per rafforzare la mia forza interiore, per acquisire determinazione, consapevolezza e nervi saldi, utili a tutti per affrontare la vita quotidiana. E poi anche per acquisire le competenze in caso di aggressione, visto che spesso ci troviamo a camminare da sole di notte”.
L’obiettivo principale dei corsi di difesa personale è quello di insegnare a difendersi e scappare il prima possibile, evitando uno scontro prolungato. È importante sottolineare che questi corsi non sono una soluzione per le violenze domestiche, che richiedono un approccio completamente diverso. Come spiega Adolfo Bei, esperto di difesa personale, “Una mattina puoi difenderti da uno schiaffo, ma la sera torni a casa e un violento può colpire quando meno te lo aspetti. Non è amore: in questi casi l’unica cosa da fare è denunciare”.
Il ruolo delle istituzioni e la necessità di una risposta più ampia
L’iniziativa dell’Associazione Pamela Mastropietro, pur lodevole, evidenzia la necessità di un’azione più incisiva da parte delle istituzioni per contrastare la violenza. Alessandra Verni ha sottolineato: “Non è giusto, le istituzioni dovrebbero fare di più perché in giro c’è troppa violenza”.
La crescente domanda di corsi di difesa personale indica un’esigenza di sicurezza percepita, ma non può essere la soluzione definitiva. Le istituzioni hanno il dovere di mettere in atto misure concrete per prevenire la violenza e garantire la sicurezza di tutti i cittadini, soprattutto delle donne e dei giovani.
Riflessioni sulla sicurezza e la prevenzione
L’aumento dei corsi di difesa personale è un segnale preoccupante che evidenzia una crescente insicurezza percepita, soprattutto tra le donne e i giovani. Mentre i corsi possono fornire strumenti utili per la difesa personale, è importante non considerarlo come la soluzione definitiva. Le istituzioni hanno il dovere di adottare misure concrete per prevenire la violenza e garantire la sicurezza di tutti i cittadini, investendo in politiche di sicurezza urbana, educazione alla legalità e assistenza alle vittime di violenza.