Il giardino del futuro: resistente e sostenibile
Mentre il clima del pianeta cambia a un ritmo accelerato, anche le nostre città devono adattarsi. Secondo alcuni studi scientifici, Londra potrebbe avere il clima di Barcellona tra circa quarant’anni, e Roma quello di Marrakech. In questo scenario, il ruolo dei giardini urbani diventa fondamentale. Marco Scano, agronomo sardo e dottorando presso l’Università di Sheffield, sta conducendo ricerche pionieristiche sui giardini del futuro, progettati per resistere ai cambiamenti climatici in atto.
Scano, titolare dell’azienda Pratobello.com con sede a Tempio Pausania, ha creato un campo sperimentale nella sua azienda, dove studia il comportamento di diverse specie vegetali in condizioni estreme, come la mancanza di acqua e il taglio frequente. Il suo obiettivo è quello di identificare le piante più resistenti e adatte a un clima in continua evoluzione.
“Il mio dottorato di ricerca presuppone la creazione di un campo sperimentale, un progetto autofinanziato nella mia azienda a Tempio, con lo scopo di vedere come alcune comunità vegetali si comportano in maniera diversa quando vengono private dell’acqua e quando vengono tagliate, quindi in condizioni estreme e sempre più problematiche”, spiega Scano.
Dalla “green desert” al giardino curativo
Scano critica il modello di giardino pubblico tradizionale, basato su grandi prati erbosi che consumano acqua e risorse. “Dimentichiamoci di vedere quelli che vengono definiti ‘green desert’, ossia grandi spazi ricoperti di erba senza biodiversità, con un’unica pianta. Questi modelli non sono già ora più sostenibili”, afferma.
Il suo obiettivo è quello di creare giardini stabili, sostenibili e curativi, che imitano la natura e offrono un ambiente ricco di biodiversità. “Bisogna invece progettare giardini stabili, sostenibili e anche curativi, con la presenza degli insetti, in cui la natura entra realmente dentro la città, in maniera vibrante e viva”, spiega.
La sua visione si basa sull’utilizzo di specie native resistenti al caldo, alla siccità e al fuoco, come il mirto, il lentischio e l’olivastro. Queste piante potrebbero essere utilizzate in molti giardini in giro per il mondo, magari unite ad altre specie appositamente studiate e compatibili climaticamente.
Le ricerche di Scano varcano la Manica
Le ricerche di Scano hanno già attirato l’attenzione di ricercatori internazionali. Le sue sperimentazioni saranno al servizio di uno studio di New York, che deve realizzare un giardino-installazione alla prossima Biennale di Venezia.
L’obiettivo del progetto è quello di educare alla climatizzazione degli ambienti umani, e sarà proprio l’agronomo sardo a fare da consulente per la scelta della piante.
Scano è convinto che la bellezza e la sostenibilità possano convivere in armonia. “Molte specie native della Sardegna sono estremamente resistenti al caldo, alla siccità e al fuoco e rispondono anche al requisito dell’ornamento”, afferma.
Un futuro verde per le nostre città
Le ricerche di Marco Scano offrono una prospettiva innovativa per il futuro dei giardini urbani. La sua visione, che combina bellezza e sostenibilità, potrebbe rivoluzionare il modo in cui progettiamo i nostri spazi verdi, adattandoli ai cambiamenti climatici in atto. È importante che le amministrazioni comunali si impegnino a promuovere la progettazione di giardini sostenibili, che non solo abbelliscono le città, ma contribuiscono anche a migliorare la qualità della vita dei cittadini.