Un collezionista, un fantasma e l’anima di Tangeri
“Arabesco”, il nuovo romanzo di Umberto Pasti, pubblicato da Bompiani, è un viaggio affascinante nella Tangeri del collezionista, un uomo che vuole ridare vita a manufatti antichi, e del fantasma Diego, uno spiritello concreto e intraprendente che si sente il vero padrone della casa. Tra colpi di scena, chimere del passato, ricordi e fantasie, si sviluppa un rapporto comico e poetico tra i due protagonisti, una sorta di Don Chisciotte e Sancho Panza, che restituisce alla fine l’anima di Tangeri, città in cui vive l’autore per la maggior parte del tempo.
“Credo che l’identità di un popolo si esprima da quello che ha fatto, dai suoi manufatti”, spiega Pasti all’ANSA. “Per me collezionare significa salvare le testimonianze di un passato che, nel caso del Marocco, è cancellato dalla modernizzazione molto selvaggia, brutale, invece a me interessa salvare questi oggetti che sono testimonianze di un modo di vivere che è poi l’identità dei marocchini del nord.” Pasti non è un collezionista che vuole possedere tutti i francobolli, ma un uomo che cerca di traghettare nel futuro com’era la gente di questo posto dove ha scelto di vivere.
Il segreto di Tangeri: un crogiolo di culture
“A Tangeri si è sviluppato, per ragioni storiche, un carattere degli abitanti che è molto speciale”, racconta Pasti. “Sono stati fenici, cartaginesi, romani, bizantini, vandali, portoghesi. Sono molto sospettosi, accoglienti, capricciosi, spiritosi. Credo che il segreto di Tangeri siano i tangerini.” La città, un crogiolo di culture, ha plasmato l’animo dei suoi abitanti, conferendogli un’unicità che si riflette nell’atmosfera vibrante e complessa che pervade il romanzo.
Il fantasma Diego e il collezionista: un’amicizia insolita
L’arrivo del fantasma Diego nella vita del collezionista è un evento inaspettato che sconvolge la sua routine. “Cercavo di dare vita a queste mie collezioni che trovavo fossero inerti finché non mi è comparso questo duende accanto che poi ho scoperto essere il primo abitante della casa”, racconta Pasti. “Non voleva che parlassi delle mie collezioni, voleva che parlassi di lui, della sua casa, della Tangeri degli spagnoli.” Il fantasma, con la sua voce metallica e i suoi baffetti a forma di rondine, è un artista che ama le belle donne, ha i piedi per terra, conta i soldi, e paradossalmente è quello che riporta il collezionista alla realtà concreta. “Solo un collezionista può essere così tonto da pensare che le cose stanno ferme! C’è uno spirito che le fa muovere! Siempre!” dice Diego.
Un romanzo tra autobiografia, gotico, satira e saggistica
“Arabesco” è un romanzo che fonde diversi generi: autobiografia, gotico, satira e saggistica erudita. Pasti, attraverso la sua scrittura, fa risplendere in tutta la sua complessità Tangeri e il suo tempo sospeso. Il romanzo è una riflessione profonda sulla memoria, sulla storia, sull’identità, sulla vita e la morte. Diego, con la sua ironia e il suo pragmatismo, contrasta la natura sognatrice del collezionista, creando un equilibrio che rende la narrazione ancora più ricca e coinvolgente.
Il futuro della casa di Tangeri
Il sogno di Pasti, che si definisce “giardiniere” e vive “tra i cantieri in giro per il mondo, molto in Marocco e poco tempo a Milano”, è che la sua casa di Tangeri diventi un piccolo museo privato. “Arabesco” è un invito a scoprire la bellezza e la complessità di Tangeri, attraverso gli occhi di un collezionista e di un fantasma che, insieme, ci regalano una storia commovente, divertente e profondamente umana.
Un’opera che celebra la diversità e la bellezza del mondo
“Arabesco” è un romanzo che ci invita a guardare oltre le apparenze, a scoprire la bellezza e la complessità del mondo, a valorizzare la diversità e la ricchezza delle culture. Pasti, con la sua scrittura ricca di poesia e ironia, ci regala un viaggio affascinante nella Tangeri del passato e del presente, attraverso gli occhi di un uomo che ama collezionare storie e di un fantasma che ama la vita.