Il Governo valuta la riapertura dei termini del concordato
Secondo fonti parlamentari, il governo starebbe prendendo in considerazione la possibilità di riaprire i termini del concordato biennale preventivo, che erano scaduti il 31 ottobre. Questa opzione, riportata dal quotidiano La Repubblica, sarebbe un’alternativa alla proroga, che avrebbe semplicemente spostato la scadenza del conteggio delle risorse incassate.
La riapertura dei termini, invece, consentirebbe di creare due diverse tranche di incasso, sganciando la seconda edizione del concordato dalla prima. Questa soluzione, se confermata, offrirebbe una seconda chance ai contribuenti che non si sono fatti avanti entro la scadenza iniziale.
Le reazioni al possibile cambio di rotta
L’ipotesi di una riapertura dei termini è stata accolta con favore dal Consiglio nazionale dei commercialisti, che vede in questa opzione un’opportunità per chi non ha avuto il tempo di riflettere sulla possibilità di aderire al concordato.
Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, ha dichiarato all’ANSA che la riapertura dei termini sarebbe un’opportunità per chi non ha avuto il tempo materiale per fare le dovute riflessioni e una chance per quanti hanno aderito frettolosamente.
Il punto sul concordato e le prossime tappe
Il governo ha confermato che il termine per l’adesione al concordato biennale preventivo è scaduto e che non sarà prorogato. I dati delle adesioni saranno resi noti tra una decina di giorni. Le indiscrezioni di stampa, non smentite, parlano di un numero di adesioni tra le 150 e le 200 mila, con alcune stime che arrivano anche a 500 mila.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si è detto prudente sull’esito dell’operazione, sottolineando che qualsiasi cifra superiore a zero sarebbe benvenuta. L’esito del concordato avrà un impatto sull’entità di alcune possibili modifiche alla manovra, come l’ipotesi di abbassamento dell’aliquota del secondo scaglione Irpef.
Dalla prossima settimana inizieranno le audizioni in commissione, con il termine per gli emendamenti fissato per l’11 novembre. I partiti sono già al lavoro sulle proposte di modifica, che saranno poi scremate nella settimana successiva attraverso il meccanismo dei segnalati.
Considerazioni personali
La possibile riapertura dei termini del concordato biennale preventivo solleva diverse questioni. Da un lato, la flessibilità del governo potrebbe essere vista come un segnale di attenzione verso i contribuenti che non hanno avuto la possibilità di aderire entro la scadenza iniziale. Dall’altro lato, la creazione di due diverse tranche di incasso potrebbe complicare la gestione del concordato e la previsione delle entrate. Sarà interessante vedere come si evolverà la situazione e se il governo deciderà effettivamente di riaprire i termini, e in che modo questa decisione impatterà sulle future modifiche alla manovra.