L’archivio sequestrato a casa della segretaria di Gallo
Un’enorme mole di documenti, raccolti durante la carriera di investigatore di Carmine Gallo, è stata sequestrata in un garage a casa della sua segretaria. L’archivio contiene informazioni riservate e scottanti, frutto delle sue attività di indagine in Polizia, tra cui analisi e informative su importanti operazioni di criminalità organizzata, schede personali di pericolosi uomini di mafia e una serie di carte ‘scottanti’.
L’archivio, che dovrà essere analizzato da un pool di tecnici dei carabinieri del Ros, potrebbe rivelarsi una miniera per inquirenti e investigatori. Il contenuto dell’archivio è stato descritto dallo stesso Gallo in alcune intercettazioni, che lo hanno immortalato mentre parlava ai suoi collaboratori dell’esistenza di “quasi un quindici, sedici mila schede personali di soggetti, ma non soggetti mafiosi, anche soggetti non mafiosi, nome, cognome, dove è nato, a chi è collegato, la famiglia chi sono, i parenti chi sono” e “la mappa delle famiglie calabresi in Germania, che me la sono presa dai tedeschi quando sono andato li per Duisburg, un attimo che si son distratti”.
Gallo ha anche parlato di un “database che non ce l’ha nessuno… tutti i sequestri di persona, i tentati sequestri di persona (…) dal sessanta ad oggi, (…) da Alemagna nel settanta, fino…” e di “tantissimo materiale”, come i video su Silvio Berlusconi e sul caso Ruby, che avrebbe regalato al gruppo e riposto in scatoloni nel garage della sua segretaria.
Le indagini sulla rete di cyber-spie
L’indagine, condotta dalla Dda di Milano e dalla Dna, si concentra su un network di presunte cyber-spie, che avrebbe rubato oltre 800 mila dati dai terminali in meno di tre anni, con profitti di 3 milioni di euro. L’inchiesta coinvolge l’ex super poliziotto Carmine Gallo, Nunzio Samuele Calamucci, Massimiliano Camponovo, Giulio Cornelli, un poliziotto e un finanziere sospesi dal servizio.
Al centro dell’indagine c’è Enrico Pazzali, proprietario della Equalize, una società di investigazione privata che sarebbe al centro del traffico illegale di informazioni. Pazzali, pur non essendo direttamente coinvolto nella “materiale esfiltrazione” dei dati, è considerato una delle “colonne portanti” dell’associazione per delinquere. Secondo gli inquirenti, avrebbe sfruttato le capacità del gruppo per acquisire illecitamente informazioni e dati sensibili su personaggi di spicco, tra cui il presidente del Senato Ignazio La Russa, i suoi figli e la ministra Daniela Santanchè.
Le indagini hanno anche portato alla luce un account e-mail clonato del Presidente Sergio Mattarella, che alimenta preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
L’archivio: una miniera di informazioni per gli inquirenti
Il sequestro dell’archivio di Gallo rappresenta un passo fondamentale per gli inquirenti, che potranno analizzare il contenuto e cercare di ricostruire il quadro completo dell’attività del gruppo. L’archivio potrebbe contenere informazioni cruciali per identificare le vittime delle cyber-spie, i metodi utilizzati per rubare i dati e i destinatari delle informazioni vendute.
L’inchiesta ha già portato alla luce un sistema di acquisizione e rivendita di informazioni illecite, che ha coinvolto centinaia di migliaia di persone. Le indagini si estendono anche al rilascio di passaporti in modo anomalo, con la collaborazione dell’ufficio del Commissariato di Rho, che avrebbe fornito passaporti a persone con precedenti penali, in cambio di favori.
L’archivio di Gallo potrebbe essere una chiave per svelare i segreti di questa rete di cyber-spie e per fare luce su un sistema di corruzione e illegalità che ha coinvolto personaggi di spicco e istituzioni.
Un’indagine complessa e delicata
L’indagine sulla rete di cyber-spie è complessa e delicata, con implicazioni che vanno oltre il semplice furto di dati. La presenza di informazioni sensibili e riservate, come le schede personali di soggetti non mafiosi e le mappe delle famiglie calabresi in Germania, suggerisce un’attività di spionaggio che potrebbe avere gravi conseguenze per la sicurezza nazionale. L’analisi dell’archivio di Gallo potrebbe rivelare l’esistenza di una rete di corruzione e illegalità che ha coinvolto personaggi di spicco e istituzioni, con possibili ramificazioni in ambito politico e istituzionale.