La minaccia iraniana
L’Iran ha annunciato che la sua risposta agli attacchi israeliani sarà “definitiva e dolorosa”, senza però specificare una data. La minaccia arriva in un momento di grande tensione nella regione, con gli Stati Uniti che si sono dichiarati preoccupati per il numero di vittime civili a Gaza e che hanno chiesto a Israele di fare di più per ridurre al minimo le perdite. L’amministrazione Biden ha già inviato alti funzionari in Israele per discutere gli accordi con Libano e Gaza, mentre i mediatori statunitensi stanno lavorando a una proposta per porre fine alle ostilità tra Israele e Hezbollah, a partire da un cessate il fuoco di 60 giorni.
Hezbollah e il cessate il fuoco
Hezbollah, il gruppo armato libanese sostenuto dall’Iran, ha annunciato di aver lanciato un attacco combinato con razzi e droni contro tre postazioni militari israeliane, tra cui quelle vicino a Haifa e Acri. Il gruppo ha affermato di aver aggirato le difese israeliane e di aver colpito i suoi obiettivi con precisione. Il nuovo segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha annunciato che il suo movimento accetterà un cessate il fuoco con Israele, ma solo a determinate condizioni. Qassem ha anche affermato che si atterrà alla strategia di guerra delineata dal suo predecessore, Hassan Nasrallah, ucciso dagli israeliani il mese scorso.
La situazione a Gaza
I mediatori che cercano di ottenere un cessate il fuoco a Gaza sono pronti a proporre a Hamas una tregua di meno di un mese, con lo scambio di ostaggi israeliani con palestinesi nelle carceri israeliane e l’aumento degli aiuti a Gaza. I funzionari statunitensi ritengono che se si riuscirà a raggiungere un accordo a breve termine, questo potrebbe portare a un accordo permanente. Intanto, l’esercito israeliano ha diramato un avviso di evacuazione per i residenti della città di Baalbek, nel Libano orientale. L’esercito israeliano ha anche affermato di aver colpito “oltre 100 obiettivi terroristici di Hezbollah” e di aver “eliminato decine di terroristi” del movimento in tutto il Paese.
Gli attacchi dell’Isis
Al di là del conflitto israelo-palestinese, gli Stati Uniti hanno condotto raid aerei contro l’Isis in Siria, uccidendo almeno 35 membri del gruppo terroristico. Gli attacchi hanno preso di mira più postazioni dell’Isis nel deserto siriano, prendendo di mira vari leader senior del gruppo. L’esercito statunitense ha circa 900 soldati in Siria come parte della coalizione internazionale contro l’Isis.
La posizione dell’Iran
L’Iran ha condannato fermamente la recente legislazione israeliana che prende di mira l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), con l’obiettivo di bloccare il supporto critico ai palestinesi. L’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Saeed Iravani, ha definito l’atto come una “punizione collettiva” che contravviene alla Carta delle Nazioni Unite e agli obblighi legali di Israele.
Un’escalation pericolosa
La situazione in Medio Oriente è estremamente delicata e la minaccia di una risposta iraniana agli attacchi israeliani aumenta il rischio di un’escalation del conflitto. La crisi in corso potrebbe avere conseguenze devastanti per la regione e per il mondo intero. È fondamentale che le parti coinvolte cerchino una soluzione diplomatica e che la comunità internazionale si impegni per la pace e la stabilità nella regione.