Un ispettore fuori dal comune
Un nuovo volto si affaccia nel panorama delle serie tv italiane: Giuseppe Stucky, ispettore di polizia della questura di Treviso, protagonista della nuova serie in onda su Rai2 a partire dal 30 ottobre. Stucky, interpretato da Giuseppe Battiston, è un personaggio che si discosta dai classici detective televisivi. Non è un uomo d’azione, non ha il porto d’armi e preferisce la solitudine alle folle. La sua arma principale è la sua mente acuta e la sua innata empatia, che gli permettono di entrare in sintonia con le persone e di cogliere i dettagli che sfuggono agli altri.
Stucky è un uomo moderno, ma non nel senso della digitalizzazione. Non ha uno smartphone, non ha un computer, neanche la patente. Le sue uniche armi sono la sua intelligenza, la sua capacità di osservazione e i suoi appunti, che annota su foglietti volanti che riordina con cura mentre è all’osteria del suo amico Secondo (Diego Ribon).
Una partnership insolita
Al fianco di Stucky, troviamo Marina, medico legale e amica di lunga data, interpretata da Barbara Bobulova. Tra i due c’è una grande intesa, lavorano bene insieme e si confidano anche i fatti privati. Marina è una figura che stuzzica Stucky, lo spinge a uscire dalla sua solitudine e a confrontarsi con il mondo esterno.
La serie, prodotta da Rai Fiction, Rosamont e Rai Com, è stata diretta da Valerio Attanasio. Nel cast, oltre a Battiston e Bobulova, troviamo anche Diego Ribon, Alessio Praticò e Laura Craveda.
Una serie che racconta l’umanità
La serie, liberamente ispirata ai romanzi di Fulvia Ervas, si propone di raccontare l’umanità, le fragilità e le complessità dei personaggi. Stucky, con la sua solitudine e le sue manie, rappresenta un uomo moderno che cerca di trovare il suo posto nel mondo, un uomo che si nutre delle storie e dei caratteri delle persone che incontra.
La serie si preannuncia come un viaggio introspettivo e coinvolgente, che ci accompagnerà nelle strade deserte di Treviso e ci farà scoprire le storie di persone comuni che si confrontano con la vita, la morte e i misteri che la circondano.
Un nuovo modo di essere detective
La figura di Stucky è interessante perché rappresenta un nuovo modo di essere detective. Non è un uomo d’azione, non è un duro, ma è un uomo che si affida alla sua intelligenza e alla sua empatia. Questo lo rende un personaggio più realistico e meno stereotipato, che si avvicina di più alla realtà delle persone comuni. La sua scelta di vivere in modo analogico, di rifiutare la tecnologia e di preferire i foglietti volanti allo smartphone, lo rende un personaggio ancora più particolare e affascinante.