Un tonfo elettorale che certifica la crisi del M5S
Il Movimento 5 Stelle ha subito un duro colpo alle elezioni regionali in Liguria, con un risultato che si attesta al di sotto del 5% e che ha visto il partito piazzarsi sotto gli alleati di Avs. Questo risultato rappresenta l’ultima tappa di una parabola discendente che certifica la crisi in atto nel Movimento. Rispetto alle Europee di giugno, la percentuale è dimezzata, e se paragonata alle politiche, siamo a un terzo di quel 15% ottenuto solo due anni fa. La situazione è particolarmente grave se si considera che alle Regionali del 2024 il Movimento si era attestato al 7%, in Abruzzo come in Basilicata, e che la stessa percentuale era stata ottenuta in Liguria quattro anni fa. Questo crollo elettorale riflette le difficoltà interne di un M5S in piena bufera.
Conte assume la responsabilità, Grillo accusa di tradimento
Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha assunto la responsabilità del risultato elettorale, dichiarando di “non nascondersi dietro un dito” e di “assumersi le responsabilità”. Ha accelerato sulla Costituente e ha guardato al rilancio del Movimento, ma non si sono placate le ondate di accuse e veleni che quotidianamente rinfocolano la “guerra interna”, come la definisce la vicepresidente Paola Taverna. Beppe Grillo, il fondatore del Movimento, ha commentato il risultato con una citazione che rimanda al tradimento: “Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo”. Questa frase rimanda alla “estinzione” del M5S, già citata nei giorni precedenti, e che ora si attribuisce al ‘tradimento del gregge’. Grillo non ha votato in Liguria e la competizione dell’ex 5s Nicola Morra viene letta da più parti come una mossa avallata dal garante, volta a dividere il Movimento. Per diversi parlamentari, a partire dal capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, sul risultato ha pesato “l’opera di sabotaggio” di Grillo, come l’aveva definita lo stesso presidente Conte.
Scontro aperto tra Conte e Grillo: il simbolo del Movimento al centro della contesa
Lo scontro tra Conte e Grillo si è intensificato con le dichiarazioni di Danilo Toninelli, componente del Comitato dei Probiviri e da tempo schierato con Grillo. Toninelli ha affermato che il M5S “non ha perso in Liguria, non ha nemmeno partecipato”, e che “sotto il simbolo del M5S c’era il partito di Giuseppe Conte”. Toninelli ha invitato Conte a “farsi il suo simbolo”, permettendo così a Grillo di estinguere o archiviare il logo del Movimento. Paola Taverna, alla guida del comitato Territori, ha replicato con fermezza, definendo le dichiarazioni di Toninelli “tutte falsità” e ribadendo che le liste sono state formate con le autocandidature e votate dagli iscritti. La questione del simbolo, che ha già approfondito la divisione tra fondatore e presidente, rischia di essere risolta per via giudiziaria. Intanto, ad attaccare la Costituente è anche la senatrice Mariolina Castellone, che ne critica i metodi e invita “a non silenziare le voci di dissenso”, mettendo un freno a “scelte masochistiche”.
Conte guarda alle Regionali in Umbria ed Emilia Romagna, ma la situazione resta complessa
Conte, stretto tra l’agguerrita fronda ‘grilliana’ e il tonfo nelle urne, prova comunque a serrare i ranghi. In vista ci sono le Regionali in Umbria ed Emilia Romagna, dove un cattivo risultato potrebbe ulteriormente complicare il quadro. Da Campo Marzio, fanno sapere che il leader tornerà presto nelle due Regioni per fare campagna. Nel frattempo, riunisce i vertici dei gruppi parlamentari: rilancia l’attività dei gruppi sulla contromanovra e mette carburante alla macchina della Costituente, ormai in cammino. Dove, non dovrebbe venir meno il sostegno di deputati e senatori, in larga parte ‘contiani di ferro’.
Il futuro del M5S in bilico
Il crollo del M5S in Liguria è un segnale allarmante per il futuro del Movimento. La guerra interna, la crescente divisione tra Conte e Grillo, e la perdita di consensi a livello nazionale mettono in discussione la sopravvivenza del partito. La Costituente di fine novembre potrebbe rappresentare un momento decisivo per il M5S, ma la sua riuscita dipenderà dalla capacità di Conte di riconciliare le diverse fazioni e di rilanciare il Movimento con una nuova identità e una nuova strategia politica.