La disparità nell’onere fiscale italiano
Un recente report di Itinerari previdenziali, presentato alla Camera, ha evidenziato una profonda disparità nell’onere fiscale in Italia. Lo studio ha analizzato le dichiarazioni dei redditi del 2022, scoprendo che una piccola percentuale di contribuenti si fa carico della maggior parte del peso dell’Irpef. In particolare, il 15,27% dei contribuenti, che dichiarano redditi superiori a 35mila euro, contribuisce per il 63,4% all’Irpef complessiva. Al contrario, il 40,35% dei contribuenti, con redditi inferiori a 15mila euro, paga solo l’1,29% dell’imposta.
Il peso dell’Irpef sui redditi bassi
Il report sottolinea come la maggior parte dei contribuenti, il 75,80%, dichiari redditi compresi tra zero e 29mila euro. Tuttavia, questa fascia di contribuenti si fa carico solo del 24,43% dell’Irpef, un importo che non basta a coprire la spesa sanitaria.
Le implicazioni della disparità fiscale
Questa disparità nell’onere fiscale solleva importanti questioni di equità e sostenibilità. Da un lato, si pone il problema della progressività del sistema fiscale italiano, che sembra non essere in grado di distribuire equamente il carico fiscale. Dall’altro, si pone la questione della capacità del sistema di finanziare adeguatamente i servizi pubblici, come la sanità, in un contesto di crescente pressione fiscale sulle fasce di reddito più elevate.
Un sistema fiscale in discussione
La disparità nell’onere fiscale in Italia è un problema che richiede un’attenta riflessione. Mentre è comprensibile che i contribuenti con redditi più alti debbano contribuire di più, il sistema attuale sembra penalizzare eccessivamente le fasce di reddito più basse. La sostenibilità del sistema fiscale italiano è in gioco, e sarà necessario un dibattito aperto e costruttivo per trovare soluzioni che garantiscano un sistema fiscale più equo e sostenibile.