La sentenza del Tribunale di Teramo
Il Tribunale di Teramo ha condannato l’Inail al pagamento di circa 150mila euro alle eredi di Dionisio Merli, ex macchinista delle Ferrovie deceduto a 64 anni per adenocarcinoma polmonare. La sentenza, emessa dopo un lungo processo, riconosce il legame tra la malattia e l’esposizione all’amianto durante il lavoro di Merli, che ha lavorato per 27 anni come macchinista nei Depositi Locomotive di Pescara, Ancona, Alessandria e nel Presidio Condotta S. Benedetto del Tronto. L’Inail aveva inizialmente respinto la domanda di riconoscimento della malattia professionale presentata da Merli nel 2010, motivando la sua decisione con il fatto che l’uomo fosse fumatore. Tuttavia, il Tribunale ha ritenuto che l’esposizione all’amianto, presente in tutte le locomotive FS del periodo di lavoro di Merli, fosse la causa principale del tumore. La sentenza condanna l’Inail al pagamento di ratei arretrati, rendita di reversibilità per la vedova e maggiorazioni Fondo Vittime.
L’amianto nel settore ferroviario
Il caso di Merli solleva ancora una volta il problema della diffusione dell’amianto nel settore ferroviario. L’amianto è stato utilizzato per lungo tempo nelle locomotive, sia a vapore che diesel, come materiale isolante e ignifugo. L’esposizione all’amianto era particolarmente elevata per i macchinisti, che lavoravano a stretto contatto con i locomotori e si occupavano anche della loro manutenzione e riparazione. Il Rapporto ReNaM dell’Inail riporta che nel settore rotabile si contano circa 696 casi di mesoteliomi, di cui 86 tra i macchinisti. L’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) sottolinea che questi dati rappresentano solo la punta dell’iceberg, perché vanno aggiunti anche i casi di cancro al polmone, della laringe e tutte le altre patologie asbesto correlate. L’uso dell’amianto nel settore ferroviario è stato gradualmente interrotto negli anni ’90, con la messa al bando del pericoloso cancerogeno. La bonifica dei rotabili è stata completata a inizio anni 2000, ma il problema dell’amianto nel settore ferroviario rimane ancora attuale, a causa del lungo periodo di latenza delle malattie asbesto correlate.
Le conseguenze della sentenza
La sentenza del Tribunale di Teramo è importante perché riconosce il legame tra il cancro al polmone e l’esposizione all’amianto anche in un lavoratore fumatore. L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona, sottolinea che l’Inail, nonostante le numerose condanne, continua a negare la correlazione tra la malattia e l’amianto, costringendo i familiari dei defunti a intraprendere azioni giudiziarie. Bonanni annuncia che l’Ona agirà anche verso l’Inps per le maggiorazioni contributive e la riliquidazione della pensione di reversibilità.
Il problema dell’amianto in Italia
La sentenza del Tribunale di Teramo è un’ulteriore conferma del problema dell’amianto in Italia. L’amianto è un materiale cancerogeno che ha causato migliaia di morti in Italia. Nonostante la messa al bando dell’amianto nel 1992, il problema persiste a causa del lungo periodo di latenza delle malattie asbesto correlate. La sentenza del Tribunale di Teramo è un importante passo avanti nella lotta contro l’amianto. E’ importante che le istituzioni continuino a lavorare per la tutela della salute dei lavoratori e per il risarcimento dei danni causati dall’amianto.