Il legale si aspetta una pena severa
Il prof. Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, imputato per l’omicidio di Giulia Cecchettin, si aspetta una pena severa per il suo assistito. “Prevedo una commisurazione della pena della giusta severità”, ha dichiarato all’ANSA. Nonostante ciò, Caruso non esclude la possibilità dell’ergastolo, “che i processi per reati come i femminicidi vengano definiti con l’ergastolo è abbastanza frequente. E’ una possibilità”.
Il lungo interrogatorio e la decisione di Turetta
Dopo il lungo interrogatorio di ieri in Corte d’Assise a Venezia, il legale ha riferito che Turetta era “sicuramente scosso”. Con l’esame dell’imputato concluso, Turetta potrebbe non presentarsi più in aula. “Dipenderà da lui”, ha spiegato Caruso, “in astratto, dal punto di vista processuale, non è più necessario”. La presenza in aula era una condizione stabilita dal legale per garantire il proseguimento della difesa, così come la decisione di scrivere di suo pugno il memoriale di 80 pagine depositato ieri.
Il memoriale e il percorso di consapevolezza di Turetta
Il memoriale, secondo Caruso, è stato “un adempimento molto duro, sofferto, per tutti”, ma “era un passaggio che ho ritenuto doveroso, che andava fatto e sul quale ho insistito”. L’obiettivo era quello di far capire ai giudici il percorso di consapevolezza di Turetta rispetto alla gravità del reato commesso. “Anche se”, riflette Caruso, “sotto l’aspetto mediatico qualsiasi cosa avesse fatto Turetta non sarebbe bastata. L’opera di mostrificazione andava portata a termine. La rotta è segnata”.
Considerazioni personali
Il caso di Filippo Turetta è un esempio tragico di violenza di genere. La vicenda ha suscitato un’enorme attenzione mediatica, e la pressione sull’imputato è stata notevole. È importante ricordare che la giustizia deve essere applicata in modo equo e imparziale, tenendo conto di tutti gli aspetti del caso. Il processo è ancora in corso e la sentenza finale dovrà essere emessa dal tribunale.