MILANO – Un’operazione di vasta portata, condotta congiuntamente dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, ha portato al sequestro di circa 6,5 tonnellate di prodotti alimentari di origine animale e vegetale presso l’aeroporto di Milano Linate. L’intervento, frutto di un’intensa attività di vigilanza doganale negli ultimi sei mesi, ha permesso di intercettare e bloccare l’introduzione illegale nel territorio dell’Unione Europea di alimenti che avrebbero potuto rappresentare un grave rischio per la salute pubblica.
La natura del sequestro e i rischi sanitari
I prodotti sequestrati includono principalmente carni, frutta e prodotti lattiero-caseari, la cui importazione è severamente vietata dalle normative comunitarie e nazionali. La ragione di tali divieti risiede nell’elevato rischio di introduzione e diffusione di malattie infettive nel continente. Patogeni responsabili di patologie animali come l’afta epizootica o la peste suina classica possono infatti annidarsi in questi prodotti, rappresentando una minaccia concreta per il patrimonio zootecnico europeo e, in alcuni casi, anche per la salute umana.
Un aspetto particolarmente allarmante, emerso durante i controlli effettuati dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Linate e dai funzionari dell’UADM Lombardia 2, è stato il pessimo stato di conservazione in cui versavano molti degli alimenti. Questo fattore aggrava ulteriormente il potenziale pericolo, aumentando la probabilità di contaminazioni batteriche e di altri rischi per la sicurezza alimentare.
Modalità di importazione illegale e provenienza
Gli alimenti, mai dichiarati alla frontiera, sono stati rinvenuti all’interno dei bagagli di passeggeri provenienti da diverse parti del mondo. Le indagini hanno rivelato che i viaggiatori provenivano principalmente da Paesi africani e sudamericani, giungendo allo scalo milanese dopo aver fatto transito in vari hub europei. Questa strategia di viaggio, che prevede scali intermedi, è spesso utilizzata nel tentativo di eludere i controlli più stringenti applicati ai voli diretti da aree geografiche considerate a rischio.
Il quadro normativo: regole ferree a tutela della salute
La normativa dell’Unione Europea in materia di importazione di prodotti di origine animale è estremamente rigorosa e mira a proteggere i cittadini e l’ambiente. Come sottolineato dalla Guardia di Finanza, l’introduzione di tali tipologie di alimenti è permessa esclusivamente attraverso specifici posti di ispezione frontalieri. Inoltre, la merce deve essere obbligatoriamente accompagnata da una valida certificazione sanitaria rilasciata dall’autorità competente del Paese di produzione. Infine, è imperativo che i prodotti vengano regolarmente dichiarati alla dogana per essere sottoposti a tutti i controlli del caso.
Le regole sono chiare: i viaggiatori non sono autorizzati a importare carne e latticini per uso personale da Paesi extra-UE, con pochissime e limitate eccezioni. Qualsiasi prodotto non dichiarato è soggetto a confisca e distruzione immediata, e il trasgressore può incorrere in sanzioni.
In conformità con la legislazione vigente, tutti i 6,5 tonnellate di prodotti alimentari sequestrati a Linate sono stati confiscati e successivamente avviati alla distruzione, per eliminare ogni possibile rischio sanitario.
L’importanza della sinergia tra istituzioni
Questo importante risultato evidenzia l’efficacia della collaborazione tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e la Guardia di Finanza. La sinergia tra i due enti, rafforzata anche da un protocollo d’intesa rinnovato lo scorso 28 maggio, si conferma un pilastro fondamentale per il presidio doganale e la tutela della sicurezza economico-finanziaria e sanitaria dello Stato. L’impegno costante presso lo scalo di Linate garantisce una vigilanza continua, essenziale per contrastare i traffici illeciti e proteggere la salute dei cittadini.
