RIAD – Il cielo di Riad si tinge d’azzurro. Il Napoli è campione, per la terza volta nella sua storia. La Supercoppa Italiana 2025 è sua, conquistata con una prestazione di forza, intelligenza tattica e illuminata dal talento purissimo di un uomo solo al comando: David Neres. È lui l’eroe della notte araba, il prestigiatore che con due magie ha ipnotizzato il Bologna e regalato ad Antonio Conte il primo trofeo della stagione, il settimo dell’era De Laurentiis. Finisce 2-0, un risultato che sta persino stretto ai campioni d’Italia, padroni del campo dall’inizio alla fine contro un Bologna coraggioso ma alla fine impotente.

LA PARTITA: DOMINIO AZZURRO E LA PERLA DI NERES

Conte, forte di un giorno di riposo in più, conferma l’undici che ha superato il Milan in semifinale, mentre Italiano deve rinunciare all’infortunato Bernardeschi, inserendo Cambiaghi, e preferendo Ferguson a Moro in mediana. La scelta tattica del tecnico rossoblù è audace: una linea difensiva molto alta per togliere profondità agli attaccanti azzurri. Una strategia che, però, si rivela un’arma a doppio taglio. Il Napoli, aggressivo e ben orchestrato da un centrocampo dominante, trova praterie invitanti alle spalle della retroguardia bolognese.

Le avvisaglie del pericolo per il Bologna si manifestano fin dai primi minuti. Al 10′, un’imbucata di McTominay libera Elmas che, da ottima posizione, calcia a lato. Poco dopo, è lo stesso centrocampista scozzese a impegnare Ravaglia con un tiro-cross velenoso. Il Napoli preme, costruisce, assedia l’area avversaria. La squadra di Conte è un fiume in piena e al 36′ confeziona l’occasione più nitida: un’azione avvolgente porta Spinazzola a tu per tu con Ravaglia, ma il portiere del Bologna compie un vero e proprio miracolo in uscita, salvando i suoi. È il preludio al gol, che arriva puntuale tre minuti più tardi. Al 39′, Neres riceve palla da una rimessa laterale, si accentra e disegna una parabola mancina da fuori area che si insacca sotto l’incrocio dei pali. Un gol di fattura eccezionale, un colpo da biliardo che rompe l’equilibrio e manda il Napoli al riposo in meritatissimo vantaggio.

IL SECONDO TEMPO: L’ERRORE DI RAVAGLIA E IL SIGILLO DEL BRASILIANO

Nella ripresa, Italiano prova a cambiare le carte in tavola: fuori Odgaard, dentro Moro, con l’avanzamento di Ferguson. La mossa, tuttavia, non sortisce gli effetti sperati. Il Napoli rientra in campo con la stessa fame e determinazione e sfiora subito il raddoppio, prima con Hojlund e poi con un colpo di testa di Rrahmani, entrambi neutralizzati da un attento Ravaglia. Il Bologna ha un sussulto d’orgoglio al 55′, quando un cross di Orsolini pesca Ferguson solo in area piccola, ma il colpo di testa dello scozzese è debole e centrale, facile preda per Milinkovic-Savic. È l’unica, vera occasione per i rossoblù.

Gol sbagliato, gol subito. La legge non scritta del calcio si materializza al 57′ e condanna il Bologna. Ravaglia, fino a quel momento impeccabile, commette una grave ingenuità nel tentativo di costruire dal basso: il suo appoggio per Lucumì è troppo debole e prevedibile. Neres, come un falco, si avventa sul pallone, lo ruba al difensore e con un tocco sotto morbidissimo scavalca il portiere in uscita, depositando in rete il pallone del 2-0. È il colpo del ko, una leggerezza che costa carissima al Bologna e che, di fatto, chiude la partita. Da quel momento in poi è accademia Napoli. Conte gestisce le forze inserendo Lang, Gutierrez e Mazzocchi, mentre la squadra si diverte a creare occasioni, sfiorando il terzo gol nel finale con Politano, che da un metro manda incredibilmente alto. Al fischio finale, può esplodere la festa azzurra, con Conte che si lascia andare a un ballo liberatorio con tutta la panchina.

LE VOCI DAL CAMPO

“Sono felice per i gol ma ancora di più per la vittoria e per aver vinto il trofeo,” ha dichiarato a fine gara un raggiante David Neres. “Vincere ti dà tanta fiducia.” Parole che riflettono l’umiltà di un campione che ha saputo prendersi la scena nel momento più importante.

Soddisfatto ma già proiettato al futuro il tecnico Antonio Conte: “Faccio i complimenti ai ragazzi che hanno fatto un torneo impeccabile. Nel calcio alla fine si ricorda solo chi vince. Questo trofeo ci fa trascorrere un Natale sereno, ma non siamo ancora pronti per comandare.” Una dichiarazione che testimonia la fame di vittorie di un allenatore che ha già alzato il suo decimo trofeo in carriera.

Dall’altra parte, l’onestà di Vincenzo Italiano: “Il Napoli ha meritato, ha fatto una grande partita. Noi abbiamo dato tutto, ma non siamo riusciti a raggiungere il loro livello. Queste partite ti fanno crescere.” Un’analisi lucida che riconosce la superiorità dell’avversario, senza cercare alibi.

Di nike

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