Un Piemonte a due velocità, sospeso tra la fiducia e l’incertezza. È questo il quadro che emerge dall’indagine congiunturale realizzata a dicembre dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino, che fotografa le aspettative delle imprese per il primo trimestre del 2026. Su un campione di circa 1.200 aziende, il sentimento generale è di cauto ottimismo, ma i dati aggregati nascondono una divergenza profonda e persistente, in atto da oltre due anni, tra il settore manifatturiero e quello dei servizi. Se il terziario ha saputo reinventarsi dopo la crisi pandemica e ora corre spedito, l’industria tradizionale, cuore pulsante dell’economia regionale, continua a mostrare segni di affanno.

Il Manifatturiero: tra crisi storiche e nuove sfide

Il settore manifatturiero, che costituisce circa i due terzi del campione analizzato, si conferma l’anello debole della ripresa. I principali indicatori per i primi mesi del 2026 sono tutti in territorio negativo: la produzione segna un -3,9%, i nuovi ordini un -4,5%, la redditività un -6,8% e l’export un -6,0%. A pesare su questi numeri sono soprattutto le difficoltà di comparti storici come la metalmeccanica, il cui saldo tra ottimisti e pessimisti sulla produzione è negativo da ben dieci trimestri consecutivi (-7,5%), con particolari criticità nell’automotive e nella metallurgia. Anche il settore tessile-abbigliamento mostra segnali di crisi, con attese prudenti che si attestano sulla parità (0,0%).

Questa sofferenza non è un fulmine a ciel sereno, ma il risultato di dinamiche complesse che includono le tensioni geopolitiche, l’incertezza dei mercati internazionali e una domanda interna che fatica a decollare. L’export, in particolare, si rivela il vero tallone d’Achille del sistema produttivo piemontese: l’indagine mostra una correlazione diretta tra la quota di fatturato realizzata all’estero e il pessimismo sulle attese produttive.

La rivincita del Terziario: il motore della crescita

Di tutt’altro tenore è la situazione nel settore terziario. Dopo lo shock del Covid, i servizi hanno dimostrato una notevole capacità di resilienza e innovazione, diventando il vero motore della fiducia. Tutti i comparti esprimono attese favorevoli, grazie anche a una minore esposizione alle turbolenze dei mercati internazionali. I dati sono eloquenti e mostrano una crescita robusta in diversi ambiti:

  • Commercio e turismo: +30%
  • Servizi alle imprese: +24,2%
  • ICT (Information and Communication Technology): +10%
  • Trasporti di merci e persone: +8,7%

Questa performance positiva del terziario riesce, per ora, a compensare a livello aggregato le difficoltà della manifattura, mantenendo il clima di fiducia complessivo in territorio positivo.

Investimenti e Occupazione: i segnali di fiducia nel futuro

Nonostante le difficoltà settoriali, le imprese piemontesi non rinunciano a guardare al futuro. Il dato più incoraggiante dell’indagine riguarda infatti la propensione a investire, che aumenta di 3,1 punti percentuali, coinvolgendo il 77,1% delle aziende intervistate. Di queste, il 25,3% ha già programmato l’acquisto di nuovi impianti e macchinari, un segnale tangibile di volontà di crescere e innovare.

Anche il fronte occupazionale mostra segnali positivi. Il saldo complessivo tra ottimisti e pessimisti per l’occupazione è pari a +6,0%, indicando che le aziende prevedono di mantenere o aumentare i propri livelli di personale. Tuttavia, anche qui la dualità si fa sentire: il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG), seppur in lieve calo, rimane una realtà per il 10,9% delle imprese, con una punta del 14,9% nel solo settore manifatturiero.

La voce di Confindustria: “Un grande gesto di fiducia”

Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte, ha commentato i dati sottolineando la resilienza del tessuto imprenditoriale. “Le imprese piemontesi approcciano il 2026 confermando la volontà di investire per far crescere e sviluppare le proprie imprese. Non è una scommessa, ma un vero grande gesto di fiducia che va colto e valorizzato”, ha dichiarato. Amalberto ha inoltre evidenziato come il 2025, nonostante i timori iniziali, si sia chiuso con un andamento più sostenuto del previsto, grazie alla capacità delle aziende di adattarsi rapidamente a nuovi mercati e tecnologie. “Chi guarda al Piemonte sa di poter trovare in questo territorio risposte efficienti e avanzate, una qualità che ci riconoscono partner italiani e stranieri”, ha concluso.

Di atlante

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