L’economia italiana chiude l’anno con un quadro a tinte fosche, caratterizzato da una serie di criticità che ne rallentano la crescita. Secondo l’ultima “Congiuntura flash” di dicembre del Centro Studi Confindustria, il quarto trimestre del 2025 è segnato da un calo dell’export e della produzione industriale, consumi deboli e un costo dell’elettricità ancora troppo elevato per le imprese. A pesare su questo scenario sono fattori internazionali come il dollaro debole sull’euro, influenzato anche dai tagli dei tassi d’interesse operati dalla Federal Reserve, e le tensioni commerciali legate ai dazi statunitensi.

Export e Produzione Industriale in Affanno

Uno dei principali motori dell’economia italiana, l’export, mostra segni di affaticamento. La debolezza del dollaro rende le merci italiane più costose sui mercati internazionali, frenando le esportazioni. A questo si aggiunge l’incertezza legata ai dazi statunitensi, che colpisce diversi settori chiave del Made in Italy. Di conseguenza, la produzione industriale registra una contrazione significativa. I dati Istat di dicembre indicano una diminuzione del 7,1% su base annua, con un calo del 3,1% rispetto a novembre. Il bilancio per l’intero 2024 segna una flessione del 3,5%, evidenziando una crisi che sembra assumere caratteri strutturali. I settori più colpiti sono quelli dei mezzi di trasporto, il tessile e la metallurgia.

Consumi Deboli e Fiducia Altalenante

Sul fronte interno, i consumi stentano a decollare. La fiducia delle famiglie, dopo un calo a novembre, ha mostrato segnali di ripresa a dicembre, ma rimane su livelli che non lasciano presagire una solida ripartenza della spesa. Le famiglie si mostrano più ottimiste riguardo alla propria situazione personale, ma le preoccupazioni per il quadro economico generale del Paese persistono. Questo si traduce in un atteggiamento prudente negli acquisti, che frena la domanda interna.

Le Note Positive: Investimenti e Turismo

In questo scenario complesso, emergono tuttavia alcuni elementi positivi. Gli investimenti, in particolare, mostrano una buona tenuta, sostenuti in larga parte dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il governo ha evidenziato un’accelerazione nella spesa del PNRR, che sta dando un contributo concreto alla crescita nazionale. Un altro settore in controtendenza è quello dei servizi, trainato dal dinamismo del turismo straniero. La spesa dei turisti stranieri in Italia è in aumento, confermando l’attrattività del nostro Paese come destinazione turistica internazionale. Questo slancio contribuisce a sostenere l’economia in una fase di debolezza degli altri settori.

Energia e Inflazione: un Equilibrio Precario

Il calo del prezzo del petrolio, sceso a 63 dollari al barile, e del gas rappresenta un fattore positivo che contribuisce a moderare l’inflazione. Tuttavia, il costo dell’elettricità per le imprese italiane rimane significativamente più alto rispetto ai principali partner europei, rappresentando un grave svantaggio competitivo. L’inflazione al consumo in Italia si mantiene su livelli moderati, ma la questione energetica resta un nodo cruciale per la competitività del sistema produttivo nazionale.

Le Politiche Monetarie e i Tassi d’Interesse

Le decisioni delle banche centrali giocano un ruolo fondamentale in questo contesto. I ripetuti tagli dei tassi da parte della Federal Reserve hanno contribuito a indebolire il dollaro, con le conseguenze già descritte sull’export. In Europa, la Banca Centrale Europea mantiene un atteggiamento più cauto, con i tassi fermi al 2,00%. Questo contribuisce a mantenere elevato il costo del credito per le imprese italiane, che si attesta al 3,52% a ottobre.

Di atlante

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