Un viaggio immersivo nel cuore pulsante del Risorgimento italiano, guidato dalla tavolozza di uno dei suoi più sensibili e acuti interpreti. Si intitola “Il pittore del Re. Luigi Norfini nell’Italia del Risorgimento” la prima, grande mostra monografica dedicata a Luigi Norfini (Pescia, 1825 – Lucca, 1909), un evento culturale di eccezionale portata che, in occasione del bicentenario della nascita dell’artista, ne riscopre la modernità e il ruolo cruciale nella costruzione dell’immaginario collettivo di una nazione in divenire. L’esposizione, in programma dal 20 dicembre 2025 al 26 aprile 2026, si snoda in un percorso articolato e suggestivo tra le prestigiose sedi dei Musei Nazionali di Lucca – la Casermetta di Villa Guinigi e le sale di Palazzo Mansi – e il Museo Palazzo Galeotti di Pescia, sua città natale.
Un Progetto Corale per Riscoprire un Maestro
Curata da un comitato scientifico d’eccellenza composto da Luisa Berretti, Emanuele Pellegrini ed Ettore Spalletti, la mostra rappresenta il frutto di una sinergia virtuosa tra importanti istituzioni. Promossa dai Musei nazionali di Lucca, dalla Direzione Regionale Musei della Toscana del Ministero della Cultura, dal Comune di Lucca, dalla Scuola IMT Alti Studi di Lucca, dal Museo Palazzo Galeotti e dal Comune di Pescia, l’iniziativa ha ricevuto il sostegno fondamentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, della Direzione Generale Musei e della Regione Toscana. Un impegno collettivo che sottolinea l’importanza di restituire a Luigi Norfini la centralità che merita nel panorama artistico e culturale dell’Ottocento italiano.
Figura poliedrica di pittore, patriota e maestro, Norfini fu un protagonista della vita culturale toscana del suo tempo. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Giuseppe Bezzuoli, la sua esistenza fu profondamente segnata dagli ideali risorgimentali. Nel 1848, interruppe gli studi per arruolarsi volontario e combattere nella Prima guerra d’indipendenza, partecipando alla storica Battaglia di Curtatone e Montanara. Questa esperienza diretta sul campo di battaglia si tradusse in una serie di disegni di straordinaria immediatezza, testimonianze vivide e toccanti di quegli anni cruciali, che restano tra i documenti più preziosi del nostro Risorgimento.
Il Cuore della Mostra: un Dialogo tra Giganti
Il fulcro dell’esposizione è allestito nella Casermetta del Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca. Qui, per la prima volta in assoluto, un nucleo cospicuo di dipinti del maestro è riunito e messo a confronto diretto con le opere di alcuni dei più grandi protagonisti della pittura risorgimentale. Tra questi spiccano i nomi di Giovanni Fattori, amico e coetaneo di Norfini, Silvestro Lega e Telemaco Signorini. Questo dialogo serrato permette di cogliere appieno le affinità e le divergenze, le comuni aspirazioni e le personali interpretazioni di un’epoca di fermento e cambiamento.
Il percorso espositivo, il cui suggestivo allestimento è firmato da Luigi Cupellini, è arricchito da prestiti eccezionali provenienti da importanti musei italiani come quelli di Milano, Torino e Firenze, oltre che da collezioni private. Molte delle opere esposte non sono mai state presentate al pubblico, offrendo una prospettiva inedita sulla produzione di Norfini e dei suoi contemporanei. Fondamentale, in questo senso, è stata la collaborazione con gli eredi del pittore, che hanno messo a disposizione un insieme di opere di straordinaria completezza.
Le Opere Monumentali e i Capolavori Restaurati
Tra le opere più emblematiche in mostra, spiccano due monumentali tele di battaglie, prestiti eccezionali che da sole valgono la visita. La prima, intitolata Vittorio Emanuele II e gli zuavi. Vittoria di Palestro (1863), proviene dal Museo Nazionale del Risorgimento di Torino e, in occasione della mostra, sarà oggetto di un importante intervento di restauro a cura del Centro Conservazione Restauro “La Venaria Reale”. La seconda, Carlo Felice Nicolis, conte di Robilant, ferito alla mano sinistra continua a dare ordini alla sua artiglieria, meglio nota come La Battaglia di Novara (1859), giunge dal Museo del Risorgimento di Milano. Fu proprio quest’ultima opera, commissionata dal Governo provvisorio di Toscana, a consacrare la fama di Norfini presso la Casa Savoia, venendo acquistata da Bettino Ricasoli per essere donata a Re Vittorio Emanuele II.
Il dialogo tra queste due imponenti tele offre al visitatore un’immersione totale negli ideali, nelle passioni e nel fragore delle battaglie che hanno forgiato l’Italia unita.
Un Percorso Diffuso sul Territorio
La mostra non si esaurisce negli spazi di Villa Guinigi. Il percorso trova il suo ideale completamento nelle altre sedi coinvolte. Al Museo Nazionale di Palazzo Mansi, sempre a Lucca, i visitatori potranno ammirare le opere di Norfini già parte della collezione permanente. Un’analoga opportunità è offerta dal Museo Civico di Palazzo Galeotti a Pescia, recentemente riallestito, che conserva un importante nucleo di dipinti e disegni dell’artista, alcuni dei quali recuperati dai depositi e restaurati proprio per questa occasione. Questa scelta di un percorso “diffuso” permette non solo di valorizzare il patrimonio esistente, ma anche di creare un legame profondo con i luoghi che hanno segnato la vita e la carriera di Norfini.
Oltre le Battaglie: il Ritratto e la Storia
Organizzata in sezioni tematiche, l’esposizione non si limita a celebrare il Norfini “pittore di battaglie”. La sua carriera viene ripercorsa dagli esordi fino ai primi anni del Novecento, mettendo in luce anche la sua notevole attività di ritrattista. Fu infatti un interprete sensibile della nascente borghesia, capace di cogliere con acume psicologico le personalità di professionisti, studiosi e figure della vita pubblica. La mostra evoca inoltre i grandi protagonisti e gli episodi che segnarono il cammino verso l’Unità, da Silvio Pellico a Vincenzo Gioberti e Giuseppe Giusti, restituendo un affresco vivido e complesso della storia italiana.
Un’occasione imperdibile, dunque, per approfondire la conoscenza di un artista che ha saputo coniugare impegno civile e altissima sensibilità artistica, ridefinendo il linguaggio visivo della Toscana ottocentesca e lasciando un’impronta indelebile nell’iconografia del Risorgimento italiano. La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Maria Pacini Fazzi Editore e da un ricco programma di attività didattiche e laboratori per le scuole.
