Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, torna a far discutere con le recenti dichiarazioni di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e nuovamente iscritto nel registro degli indagati. Intervenendo alla trasmissione “Quarto Grado”, Sempio ha rotto il silenzio, offrendo la sua prospettiva su una vicenda giudiziaria che, a distanza di oltre diciotto anni, continua a presentare nuovi e complessi scenari.
La questione del DNA: “Meno male che l’abbiamo risolta”
Il fulcro delle dichiarazioni di Sempio riguarda la tanto dibattuta prova del DNA. “Sono molto contento che sia arrivata questa giornata. Questa cosa del Dna è andata molto per le lunghe, è andata molto per le lunghe negli anni, meno male che finalmente l’abbiamo risolta”, ha affermato. Le sue parole arrivano a commento della chiusura dell’incidente probatorio, un passaggio tecnico cruciale che ha cercato di fare luce sulla traccia genetica rinvenuta sotto le unghie di Chiara Poggi.
Sempio ha poi aggiunto una riflessione sulla natura della traccia stessa, sollevando dubbi sulla sua rilevanza accusatoria: “L’unica cosa certa, che ho capito io della parte genetica, è che normalmente, quando una traccia resta in seguito ad un’aggressione, è una traccia più netta, più precisa. Quindi, già a me non convince. Mi dava proprio più l’idea di… magari sarà un qualcosa di involontario, un qualcosa di contaminato”. Questa posizione è in linea con la strategia della sua difesa, che ha sempre sostenuto la possibilità di una contaminazione, dato che Sempio frequentava la casa dei Poggi. La perizia della genetista Denise Albani, pur individuando un aplotipo del cromosoma Y compatibile con la linea paterna di Sempio, ha definito la traccia “mista” e “parziale”, elementi che secondo la difesa non permettono di stabilire con certezza scientifica né l’identità né le modalità del contatto.
L’assenza in aula e la presenza di Alberto Stasi
Un altro punto toccato da Sempio è stata la sua assenza durante l’ultima udienza dell’incidente probatorio a Pavia, in contrasto con la presenza a sorpresa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio e che ha ottenuto un permesso speciale dal Tribunale di Sorveglianza per assistere. “Sì, l’ho saputo”, ha commentato Sempio. “In realtà quello che mi era già stato detto anche nelle altre udienze è che non era prevista la mia presenza. Avrei dovuto chiedere forse un permesso al Gip per partecipare, però tanto non dovevo intervenire, la mia presenza non era necessaria, non era richiesta”. Ha poi aggiunto: “Secondo me, sarebbe servito soltanto a creare più confusione, più caos”.
La presenza di Stasi, invece, è stata interpretata dai suoi legali come un momento significativo, sottolineando che dopo anni di discussioni sul DNA, la nuova perizia esclude categoricamente il suo profilo genetico da quelle tracce, aprendo potenzialmente la strada a una richiesta di revisione del processo.
La strategia della controparte e la “creazione del mostro”
Riguardo alla difesa di Stasi, che per prima ha indicato la possibile presenza del suo DNA sotto le unghie di Chiara, Sempio si è mostrato comprensivo: “Se loro ritengono Alberto Stasi innocente, fanno anche bene a cercare tutte le vie, tutti i mezzi che hanno per cercare di scagionarlo, comunque di dimostrare la sua innocenza”.
Tuttavia, ha espresso una forte preoccupazione per la sua posizione attuale e per la percezione pubblica che si sta creando attorno alla sua figura. “Ovviamente, non è un bel periodo, ovviamente ci sono forze che ce la stanno mettendo tutta per abbattermi. Io credo che, come ho già detto, se non verrà fuori un appiglio forte tecnico allora bisognerà creare il ‘mostro'”. Questa affermazione riflette il timore di una colpevolizzazione mediatica a prescindere dalle evidenze processuali. “C’è una tifoseria ormai schierata che ce l’ha con me. Parlo proprio di pubblico, parlo di persone non parlo di inquirenti o che. C’è proprio una parte che ormai è schierata come in una partita di calcio: ce l’hanno con me e via”.
Il contesto giudiziario e le prossime tappe
L’incidente probatorio si è concluso, e ora la Procura di Pavia dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio per Sempio o l’archiviazione. Oltre al DNA, l’inchiesta bis si è concentrata su altri elementi, come le impronte dattiloscopiche, che non hanno però collocato Sempio sulla scena del crimine. Recentemente, indiscrezioni giornalistiche hanno parlato anche di una nuova impronta di scarpa insanguinata che sarebbe stata individuata in cima alle scale, potenzialmente compatibile con la nota “traccia 33” sul muro. Parallelamente, la difesa di Stasi valuta gli atti della nuova inchiesta per fondare una richiesta di revisione, che non si baserebbe tanto su un’eventuale condanna di Sempio, quanto sull’emergere di nuove prove che potrebbero invalidare la sentenza passata in giudicato.
In questo scenario complesso, le parole di Andrea Sempio aggiungono un tassello umano alla cronaca giudiziaria, quello di un uomo che si ritrova al centro di uno dei casi di cronaca nera più seguiti e controversi d’Italia, in attesa che la giustizia faccia il suo corso definitivo.
