ROMA – Le diplomazie lavorano a un cessate il fuoco, ma le agenzie di intelligence vedono un orizzonte molto più cupo. Secondo le ultime analisi dei servizi segreti statunitensi, le ambizioni del presidente russo Vladimir Putin vanno ben oltre la linea del fronte attuale. L’obiettivo finale, secondo sei fonti vicine all’intelligence USA citate da Reuters, sarebbe la conquista dell’intera Ucraina e la rivendicazione di parti dell’Europa che un tempo appartenevano all’impero sovietico. Una valutazione che, se confermata, riscriverebbe le regole della sicurezza europea e globale.

I report, il più recente dei quali risale a fine settembre, dipingono un “quadro nettamente diverso” rispetto alla narrazione, sostenuta anche dall’ex presidente Donald Trump e dai suoi negoziatori, che vede un Putin desideroso di porre fine al conflitto. Al contrario, queste analisi sono coerenti con quelle delle principali agenzie di spionaggio europee e con le paure dei leader del Vecchio Continente, convinti che le mire del Cremlino non si siano esaurite con l’annessione di circa il 20% del territorio ucraino.

Una Visione Condivisa in Europa

La preoccupazione non è isolata a Washington. “L’intelligence ha sempre dimostrato che Putin vuole di più”, ha dichiarato a Reuters Mike Quigley, membro democratico della Commissione Intelligence della Camera. “Gli europei ne sono convinti. I polacchi ne sono assolutamente convinti. I Paesi Baltici pensano di essere i primi”. Questo timore, radicato nell’esperienza storica, vede Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia come potenziali prossimi obiettivi di un’eventuale espansione russa, una prospettiva che metterebbe in discussione la tenuta stessa della NATO.

La Situazione sul Campo e le Condizioni di Putin

Mentre l’intelligence delinea scenari a lungo termine, la realtà sul campo parla di una lenta ma costante avanzata russa. A novembre 2025, le forze di Mosca hanno conquistato centinaia di chilometri quadrati, portando il totale del territorio ucraino occupato a oltre il 19%. Il presidente Putin, pur dichiarandosi aperto a discutere di pace, lo fa dettando condizioni che suonano più come un ultimatum che come una base negoziale.

Le richieste del Cremlino, più volte ribadite, includono:

  • Il riconoscimento russo delle quattro regioni ucraine parzialmente occupate (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson) oltre alla Crimea.
  • L’impegno di Kiev a non aderire alla NATO.
  • La “smilitarizzazione” e “denazificazione” dell’Ucraina.
  • La cancellazione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia.

Queste condizioni, di fatto, implicherebbero una resa per Kiev e sono state finora respinte con fermezza dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Recentemente, Putin ha dichiarato che le sue forze sono avanzate in modo significativo, sottolineando una posizione di forza da cui intende negoziare.

Il Ruolo di Trump e i Tentativi di Mediazione

In questo contesto si inseriscono i tentativi di mediazione portati avanti dall’amministrazione di Donald Trump. Secondo alcune fonti, Trump starebbe facendo pressione su Kiev affinché ritiri le sue forze dalla parte della regione di Donetsk ancora sotto il suo controllo, come parte di un accordo di pace. Questa proposta, tuttavia, si scontra con la volontà ucraina di non cedere altri territori. Nonostante si parli di progressi diplomatici e di un accordo “risolto al 90%”, il nodo territoriale rimane il principale ostacolo. Le dichiarazioni ottimistiche da Washington cozzano con la dura realtà delle richieste russe e con le allarmanti conclusioni dell’intelligence.

Implicazioni per la Sicurezza Globale

Le valutazioni dei servizi segreti americani, sebbene non rappresentino una certezza assoluta ma un’analisi di intenzioni e capacità, sollevano interrogativi cruciali. Un’eventuale aggressione russa estesa oltre i confini ucraini, specialmente verso un paese membro della NATO, scatenerebbe l’articolo 5 del Trattato Atlantico, portando a un conflitto diretto tra la Russia e l’alleanza militare occidentale. Lo scenario di una guerra su larga scala in Europa, un tempo relegato ai libri di storia, torna a essere un’ipotesi da non scartare. La divergenza tra i canali diplomatici, che cercano una via d’uscita dal conflitto, e le analisi di intelligence, che avvertono di un’ambizione russa ben più vasta, definisce la complessa e pericolosa fase che il mondo sta attraversando.

Di atlante

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