Kiev, Ucraina – In una delle operazioni più audaci e significative degli ultimi tempi, il Servizio di Sicurezza Ucraino (SBU) ha annunciato di aver condotto con successo un attacco con droni contro la base aerea militare russa di Belbek, situata vicino a Sebastopoli, nella penisola di Crimea occupata dalla Russia dal 2014. L’operazione, avvenuta il 20 dicembre 2025, ha portato alla distruzione di due caccia da superiorità aerea Sukhoi Su-27 e al danneggiamento della torre di controllo dell’aeroporto, infliggendo un duro colpo logistico ed economico alle forze di Mosca.

I Dettagli dell’Attacco Rivendicato dall’SBU

Secondo le dichiarazioni rilasciate dall’SBU tramite il suo canale Telegram, l’attacco è stato eseguito da droni a lungo raggio operati dal Centro Operazioni Speciali “A” (Alpha), un’unità d’élite dei servizi di sicurezza ucraini. Uno dei due caccia Su-27 colpiti si trovava sulla pista di rullaggio, armato di tutto punto e pronto per una missione di combattimento. Questo velivolo è stato completamente distrutto. L’SBU ha stimato il valore complessivo dei due aerei colpiti in circa 70 milioni di dollari.

Oltre alla perdita dei preziosi caccia, è stato confermato anche il danneggiamento della torre di controllo della base aerea. Questo danno potrebbe “complicare l’organizzazione e il controllo dei voli presso l’aeroporto”, come sottolineato nel comunicato ufficiale. L’attacco dimostra la crescente capacità dell’Ucraina di colpire obiettivi strategici in profondità all’interno del territorio controllato dalla Russia, minando le operazioni aeree nemiche in una regione chiave come la Crimea.

Una Strategia Sistematica: Secondo Attacco in Pochi Giorni

Questo raid non è un evento isolato, ma si inserisce in una campagna più ampia e sistematica volta a neutralizzare le capacità militari russe nella penisola. Si tratta, infatti, del secondo attacco di successo condotto dall’SBU contro la base di Belbek in pochi giorni. Il 18 dicembre, un’operazione simile aveva già colpito attrezzature militari russe per un valore stimato di “centinaia di milioni di dollari”. In quell’occasione, i droni ucraini avevano danneggiato o distrutto:

  • Due sistemi radar a lungo raggio Nebo-SVU.
  • Un radar 92N6 del sistema di difesa aerea S-400 “Triumph”.
  • Un sistema di difesa aerea Pantsir-S2.
  • Un caccia intercettore MiG-31, anch’esso con un carico bellico completo.

L’SBU ha dichiarato che “gli attacchi dell’SBU ai principali aeroporti militari, così come la distruzione di aerei nemici e sistemi di difesa aerea nella Crimea temporaneamente occupata, riducono significativamente il potenziale militare [russo] nella regione”. L’agenzia ha poi aggiunto che “questo lavoro sistematico continuerà”.

L’Importanza Strategica della Base di Belbek

La base aerea di Belbek è uno degli snodi militari più importanti per la Russia in Crimea. Situata strategicamente vicino al porto di Sebastopoli, quartier generale della Flotta del Mar Nero, la base ospita il 38° Reggimento Aviazione da Caccia russo ed è un hub cruciale per il dispiegamento di aerei da combattimento e sistemi di difesa aerea che controllano un’ampia porzione del Mar Nero. Sin dall’annessione della penisola nel 2014, Mosca ha pesantemente fortificato la base, integrandola in una complessa rete di difesa.

La capacità ucraina di colpire ripetutamente e con successo questo tipo di infrastruttura militare fortificata evidenzia non solo un’evoluzione tecnologica nell’uso dei droni, ma anche una sofisticata pianificazione e raccolta di intelligence. Questi attacchi non solo infliggono danni materiali, ma hanno anche un profondo impatto psicologico, dimostrando che nessun’area sotto il controllo russo è completamente al sicuro.

Il Contesto Più Ampio del Conflitto

L’intensificazione degli attacchi ucraini in Crimea fa parte di una strategia più ampia volta a rendere la penisola insostenibile per le forze di occupazione russe. Colpendo le basi aeree, i sistemi di difesa, le linee di rifornimento e i centri di comando, Kiev mira a isolare la Crimea e a indebolire la capacità della Russia di proiettare la propria potenza militare nel sud dell’Ucraina e nel Mar Nero.

Queste operazioni si affiancano ad altri attacchi significativi, come quelli contro il ponte di Crimea e le navi della Flotta del Mar Nero. L’obiettivo finale, più volte dichiarato dalle autorità ucraine, è la liberazione di tutti i territori occupati, inclusa la Crimea, che Kiev considera parte integrante del proprio territorio sovrano. La reazione di Mosca a questi attacchi non si è fatta attendere, con il Cremlino che continua a definire le azioni ucraine come “atti terroristici”, mentre prosegue la propria campagna militare su vasta scala.

Di atlante

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