VIGNOLA (Modena) – Un’ombra si allungava da tempo su un nutrito gruppo di influencer e creator digitali, attive in particolare sulle piattaoseforme Instagram e OnlyFans. Un’ombra che aveva un nome, o meglio un nickname, “Il re di Instagram”, dietro cui si celava un ragazzo di 26 anni di Vignola, in provincia di Modena. Quest’ultimo è stato arrestato nei giorni scorsi dai Carabinieri della Compagnia di Sassuolo e della Tenenza di Vignola in un locale di Spilamberto, colto in flagranza di reato mentre riceveva una mazzetta da 300 euro. L’operazione è scattata proprio durante la registrazione di un servizio del noto programma televisivo “Le Iene”, che ha di fatto teso la trappola al giovane estorsore, smascherando il suo modus operandi.

IL SISTEMA DEL RICATTO: SOLDI E LIKE FORZATI

Il 26enne, descritto come un esperto di informatica, aveva messo in piedi un vero e proprio sistema estorsivo. Utilizzando le sue competenze, riusciva a far sospendere o “bannare” i profili social delle sue vittime, per poi contattarle e chiedere un riscatto per ripristinarli. Le cifre richieste variavano, arrivando a toccare i 300, 400 o anche 500 euro per ogni profilo sbloccato. Ma le richieste non erano solo di natura economica. Il giovane, che agiva all’insaputa dei genitori con cui vive, pretendeva anche interazioni forzate: “mi piace” ai suoi contenuti, commenti, e l’obbligo di seguirlo sui suoi canali. Chi si rifiutava, subiva il blocco dell’account, uno strumento di lavoro fondamentale per chi opera nel mondo dei social media. “Se non interagivi con lui non potevi restare sui social”, ha raccontato una delle vittime alle telecamere de “Le Iene”.

L’attività illecita, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, andava avanti da tempo e avrebbe coinvolto numerose ragazze. Poco prima dell’arresto, il 26enne aveva mostrato con orgoglio un elenco delle influencer i cui profili era riuscito a far sospendere, a riprova della vastità del suo raggio d’azione. Per molte di queste donne, la perdita del profilo Instagram significava un danno economico enorme, essendo la piattaforma il principale veicolo per indirizzare traffico verso i loro canali a pagamento come OnlyFans.

L’INTERVENTO DE “LE IENE” E L’ARRESTO IN FLAGRANZA

A porre fine a questo incubo digitale è stata la denuncia di una delle vittime che, esasperata dalle continue richieste e minacce, si è rivolta alla redazione de “Le Iene”. La trasmissione di Mediaset ha organizzato un incontro-trappola a Spilamberto, durante il quale la vittima avrebbe dovuto consegnare al 26enne la somma pattuita per lo sblocco del suo profilo. All’appuntamento, però, erano presenti anche i Carabinieri, che sono intervenuti nel momento esatto in cui avveniva lo scambio di denaro, arrestando il giovane in flagranza di reato. L’intera scena è stata ripresa dalle telecamere, fornendo una prova schiacciante delle sue attività.

GLI SVILUPPI GIUDIZIARI E LE GIUSTIFICAZIONI DELL’INDAGATO

Dopo l’arresto, si è svolta in carcere a Modena l’udienza di convalida. Durante l’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice, il 26enne ha tentato di giustificare le sue azioni, affermando: “Non volevo fare del male a quelle ragazze: volevo dimostrare loro che so lavorare con Instagram e aumentare le mie interazioni”. Una difesa che punta a minimizzare la gravità dei fatti, sostenendo che il suo obiettivo primario fosse quello di accrescere la propria popolarità e il numero di follower, scegliendo come bersaglio le modelle più famose. Il giudice ha disposto per il giovane gli arresti domiciliari, riqualificando l’estorsione consumata in tentata e escludendo la gravità indiziaria per l’accesso abusivo a sistema informatico. La Procura, che aveva richiesto la custodia in carcere, contesta i reati di estorsione e accesso abusivo a sistemi informatici. Le indagini proseguono per delineare l’esatto numero delle vittime e l’entità totale del giro d’affari illecito.

Di veritas

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