Il calcio italiano vive giorni di vibrante dibattito, scisso tra l’innovazione spinta verso la globalizzazione e la salvaguardia delle proprie tradizioni e della regolarità competitiva. Al centro del ciclone, la decisione della Lega Serie A di far disputare la partita di campionato tra Milan e Como a Perth, in Australia, il prossimo 8 febbraio. Un’iniziativa storica, la prima di sempre per la Serie A giocata all’estero, che ha però innescato una reazione a catena di polemiche, culminate con la dura presa di posizione del vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e le caute riflessioni del presidente della FIGC, Gabriele Gravina.

La “fesseria” australiana secondo Salvini

Non ha usato mezzi termini Matteo Salvini per definire l’operazione. “Una fesseria“, ha dichiarato a margine di un convegno a Roma. Un commento lapidario che riflette il malumore di una parte dell’opinione pubblica e dei tifosi, perplessi di fronte a una scelta che, se da un lato mira a promuovere il brand della Serie A su nuovi mercati, dall’altro solleva interrogativi sulla logica sportiva e sul rispetto per gli abbonati e gli appassionati locali. La partita, valida per la 24ª giornata, si giocherà a oltre 13.000 chilometri di distanza da San Siro, indisponibile in quel weekend a causa della cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Una necessità logistica trasformata in opportunità di marketing, ma non senza costi in termini di immagine e consenso.

Gravina e il nodo arbitri: “Riflessioni sull’equa competizione”

Se la politica attacca frontalmente, il vertice del calcio italiano adotta una linea più diplomatica ma non meno critica. Il presidente federale Gabriele Gravina, pur riconoscendo l’autonomia della Lega Serie A nella scelta, ha espresso forti dubbi sul punto più controverso dell’accordo: la direzione di gara. “Qualche riflessione va fatta sull’arbitraggio e sull’equa competizione”, ha affermato Gravina, annunciando un confronto con il presidente di Lega, Ezio Maria Simonelli. Il nocciolo della questione è che la partita sarà diretta da una terna arbitrale asiatica, una condizione posta dalla Confederazione calcistica asiatica (AFC) e infine accettata dalla Lega.

Una decisione senza precedenti per una gara di campionato, che secondo Gravina merita un’attenta valutazione per “trovare un punto di equilibrio tra noi, la confederazione asiatica e quella australiana”. Il timore è che l’utilizzo di un arbitro non abituato ai metri di giudizio della Serie A possa inficiare la regolarità della competizione, un principio che il designatore Gianluca Rocchi cerca costantemente di garantire. Nonostante il presidente di Lega Simonelli abbia parlato di “ampie garanzie” ricevute da Pierluigi Collina, attuale presidente della Commissione Arbitrale della FIFA, sulla qualità dei fischietti asiatici, la FIGC non sembra del tutto convinta. “Non parlerei di illegittimità,” ha precisato Gravina, “ma dobbiamo trovare un equilibrio”.

Prospettive future: apertura agli arbitri stranieri?

La vicenda di Perth ha inevitabilmente aperto un dibattito sulla possibilità di utilizzare più frequentemente arbitri stranieri nel nostro campionato. Su questo punto, Gravina si è mostrato possibilista: “Per principio, non sono contrario agli esperimenti”. Ha citato dialoghi con la federazione francese per un’apertura dei confini mirata alla crescita e formazione dei direttori di gara, pur ribadendo la necessità di valutare attentamente i pro e i contro. Un’apertura che, tuttavia, si scontra con l’orgoglio per la classe arbitrale italiana, definita “un’eccellenza del sistema mondiale” nonostante le frequenti critiche interne.

Le altre decisioni federali: Beretta al Settore Tecnico

Mentre infuria la polemica sulla trasferta australiana, l’ultimo Consiglio Federale dell’anno ha portato anche a importanti decisioni istituzionali. Su tutte, la nomina all’unanimità di Mauro Beretta come nuovo presidente del Settore Tecnico. Beretta, classe 1959 e allenatore di lungo corso con esperienze in Serie A su panchine come Chievo, Parma e Siena, succede a Demetrio Albertini. Un incarico di grande prestigio e responsabilità, come sottolineato dallo stesso Beretta, che ha ringraziato il presidente Gravina e l’Associazione Italiana Allenatori (AIAC) per il sostegno.

Obiettivo Mondiale 2026: l’Italia di Gattuso ci crede

L’orizzonte del calcio italiano non è però limitato alle questioni di politica sportiva. C’è un campo che attende risposte e una ferita, quella della doppia mancata qualificazione ai Mondiali, ancora aperta. Il 2026 deve essere l’anno della svolta, e la FIGC ripone massima fiducia nel CT Gennaro Gattuso. “Ci sono tutte le condizioni per voltare pagina”, ha dichiarato Gravina, reduce da un incontro con il tecnico. “L’ho incontrato e c’è grande convinzione e massima determinazione. Se vogliamo andare in America dobbiamo strappare due vittorie con le unghie e con i denti”. Un messaggio chiaro, che carica di aspettative il gruppo azzurro in vista dei prossimi, decisivi impegni di qualificazione, a partire dalla sfida del 26 marzo a Bergamo contro l’Irlanda del Nord. L’obiettivo è uno solo: tornare protagonisti sul palcoscenico più importante.

Di nike

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