ROMA – Un monito forte e chiaro, un richiamo all’ordine che suona come un ultimatum. Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), ha espresso tutta la sua indignazione e preoccupazione per la recente ondata di aggressività verbale che sta inquinando i campi di calcio italiani. Durante la conferenza stampa tenutasi al termine del Consiglio Federale, il numero uno di Via Allegri ha usato parole dure per condannare due episodi specifici che hanno tenuto banco nelle cronache sportive: l’acceso diverbio tra l’allenatore del Milan, Massimiliano Allegri, e il team manager del Napoli, Gabriele Oriali, durante la semifinale di Supercoppa Italiana, e gli insulti rivolti dal centrocampista del Cagliari, Michael Folorunsho, al difensore della Roma, Mario Hermoso.
“Una sconfitta per l’immagine del calcio italiano”
Gravina non ha usato mezzi termini per definire l’alterco tra Allegri e Oriali, bollandolo come “una figuraccia”. “Qui è un fatto culturale. Dobbiamo riacquistare il senso dell’educazione”, ha dichiarato il presidente federale. Secondo Gravina, si è diffusa la convinzione errata che urlare e protestare possa condizionare le decisioni arbitrali. “Ultimamente si è convinti che più si urla e più si condiziona la scelta o la decisione dell’arbitro o degli addetti ai lavori, ma invece è solo una sconfitta per l’immagine del calcio italiano”. Un comportamento che, a suo dire, danneggia l’intero movimento e che non può più essere tollerato. La tensione tra le due panchine durante Napoli-Milan, vinta dai partenopei per 2-0, è scaturita da un episodio di gioco al 55′ minuto, quando il portiere rossonero Mike Maignan ha avuto una reazione su Matteo Politano. Le proteste della panchina napoletana hanno innescato un acceso battibecco, culminato con parole pesanti da parte di Allegri verso Oriali. Il Napoli ha poi emesso un comunicato di ferma condanna per “l’aggressione, totalmente fuori controllo” del tecnico milanista.
Il caso Folorunsho-Hermoso: “Ci sputiamo addosso”
L’intervento di Gravina ha poi allargato il campo, toccando un altro episodio spiacevole avvenuto durante la partita di Serie A tra Cagliari e Roma. Il presidente ha condannato gli insulti che Michael Folorunsho ha rivolto a Mario Hermoso. “Basta con queste modalità di aggressioni continue, vale per tutti, per Folorunsho, per i presidenti, per i dirigenti, i calciatori e i tifosi”, ha affermato con forza. L’episodio, avvenuto al 78′ minuto della partita, ha visto i due giocatori arrivare a un duro faccia a faccia dopo un contatto in area. Le telecamere hanno ripreso Folorunsho mentre rivolgeva pesanti insulti alla madre del difensore giallorosso. Nonostante il giocatore del Cagliari si sia successivamente scusato tramite i social media, sostenendo che “l’adrenalina ha preso il sopravvento”, l’episodio ha sollevato un polverone.
Gravina ha sottolineato l’ipocrisia di fondo di certi comportamenti, in stridente contrasto con le campagne di sensibilizzazione promosse dalla stessa Federazione: “Parliamo di fair play ed etica, facciamo le campagne e ce lo stampiamo sul petto e poi andiamo in campo e ci sputiamo addosso. Questo non è assolutamente accettabile”. Un’immagine cruda ed efficace per descrivere una realtà che necessita di un’inversione di tendenza immediata.
Un problema culturale da affrontare
Le parole del presidente della FIGC vanno oltre la semplice condanna dei singoli episodi. Evidenziano una problematica più profonda, di natura culturale, che affligge il calcio italiano. L’idea che la prevaricazione verbale e l’intimidazione siano strumenti legittimi per ottenere un vantaggio è un cancro da estirpare. Gravina ha distinto tra le violazioni del regolamento sportivo, sanzionabili dagli organi di giustizia, e le norme comportamentali, che attengono a un più ampio “senso dell’educazione”. La sua analisi chiama in causa la responsabilità di tutte le componenti del sistema calcio: non solo i calciatori e gli allenatori in campo, ma anche dirigenti, presidenti e tifosi. L’obiettivo è quello di ripristinare un clima di rispetto reciproco, fondamentale non solo per la credibilità del campionato, ma anche per il valore educativo che lo sport dovrebbe veicolare.
Resta da vedere quali saranno le conseguenze pratiche di questo duro richiamo. Per l’episodio Allegri-Oriali, il procuratore federale Giuseppe Chinè ha già ricevuto il rapporto degli ispettori presenti a bordocampo e si valuta una sanzione, che potrebbe essere una multa o, nei casi più gravi, una squalifica. Nel caso di Folorunsho, invece, la prova TV non è stata applicabile in quanto il regolamento ne limita l’uso a condotte violente o blasfeme non viste dall’arbitro. Al di là delle sanzioni, però, il messaggio di Gravina è chiaro: il calcio italiano deve guardarsi allo specchio e riscoprire i valori fondamentali dello sport, prima che l’immagine del “gioco più bello del mondo” venga irrimediabilmente compromessa.
