La Serie A sbarca in Australia? L’ipotesi, suggestiva e commercialmente allettante, di disputare la partita tra Milan e Como a Perth incassa un’apertura di credito da parte della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ma con riserve significative che toccano il cuore della regolarità sportiva. A delineare i contorni della questione è il presidente federale, Gabriele Gravina, che a margine del consiglio odierno ha tracciato una linea netta tra l’autonomia organizzativa della Lega e le prerogative della FIGC a tutela dell’equa competizione.

“La federazione ha dato una sua disponibilità ad assecondare la scelta, che rientra nelle autonomia della Lega serie A, ad appoggiare la gara in Australia”, ha dichiarato Gravina, confermando come la FIGC non intenda porre veti a un’operazione di internazionalizzazione del campionato. Tuttavia, ha specificato che al momento “non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale sul fatto che si giochi a Perth”, mantenendo la questione sul piano delle possibilità.

Il Nodo Arbitri: “Merita una Riflessione”

Il vero punto di frizione, però, non è la location esotica, ma la squadra che sarebbe chiamata a dirigere l’incontro. L’ipotesi di affidarsi a una terna arbitrale della confederazione asiatica ha fatto suonare un campanello d’allarme ai vertici del calcio italiano. “Qualche riflessione, invece, avremo modo di farla sull’arbitraggio asiatico e sull’equa competizione”, ha affermato con fermezza il presidente Gravina. “È un argomento che merita qualche riflessione, che farò con la Lega di A”.

Le parole del numero uno della FIGC aprono uno scenario complesso. La preoccupazione è legata alla necessità di garantire standard uniformi di arbitraggio, interpretazione del regolamento e utilizzo della tecnologia (VAR in primis) in una gara ufficiale del massimo campionato italiano. L’impiego di direttori di gara non appartenenti all’UEFA per una partita di Serie A solleva interrogativi sulla coerenza e l’integrità della competizione. Gravina, pur evitando termini drastici, ha messo in chiaro la necessità di un confronto approfondito: “Nella scelta della squadra arbitrale asiatica non parlerei di illegittimità. Simonelli è così attento al rispetto delle regole che diventa un termine forte. Ma con la confederazione asiatica, quella australiana e la nostra federazione dobbiamo trovare un equilibrio”. Un triangolo diplomatico-sportivo per trovare una quadra che salvi capra e cavoli: l’espansione del brand Serie A e la sacralità delle regole del gioco.

Il Caso Zappi e la Difesa della Classe Arbitrale Italiana

L’agenda del presidente federale ha toccato anche temi prettamente interni, ma non meno delicati. Interrogato sul recente deferimento di Antonio Zappi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), Gravina ha mostrato tranquillità e fiducia negli organi di giustizia sportiva.

“Non sono preoccupato, aspetto che la giustizia faccia il proprio corso”, ha tagliato corto, evitando di entrare nel merito della vicenda ma, al contempo, lanciando un messaggio di stabilità all’intero movimento. Un movimento arbitrale che, secondo il presidente, non ha subito contraccolpi dalle turbolenze dirigenziali. Anzi, Gravina ha colto l’occasione per ribadire con orgoglio il valore dei fischietti italiani: “I nostri arbitri, che sono un’eccellenza mondiale, non hanno risentito comunque di quanto è successo”. Una difesa d’ufficio che mira a separare le questioni personali e giudiziarie dalla qualità e dalla professionalità espresse sui campi di gioco ogni domenica, un patrimonio del calcio italiano da proteggere e valorizzare, sia in patria che all’estero.

Di nike

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