Milano – Un’assenza che è presenza, un silenzio che parla il linguaggio eterno dell’eleganza. A pochi mesi dalla sua scomparsa, il nome di Giorgio Armani continua a risuonare con la forza di un’eco inestinguibile nel cuore pulsante della moda italiana. A farsene portavoce è Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, che durante la presentazione del libro Photoansa 2025 a Milano, ha confermato una decisione che è insieme omaggio e dichiarazione d’intenti: “Giorgio Armani per noi sarà ancora presente alla settimana della moda e anche quest’anno chiuderemo con la sua sfilata”. Una frase che non è solo una conferma di calendario, ma il riconoscimento di un’eredità che non si può archiviare, di uno stile che è diventato patrimonio culturale.
Un Segno Distintivo che Trascende il Tempo
Le parole di Capasa, pronunciate nell’Auditorium di Assolombarda, dipingono il ritratto di un’influenza che va ben oltre la dimensione fisica. “Lui c’è, ha lasciato un segno talmente forte e distintivo e anche un percorso preciso”, ha aggiunto il presidente della CNMI, “quindi lui c’è, la sua ultima sfilata lo ha raccontato, ha lasciato in mani forti la sua eredità”. L’ultima collezione, presentata postuma, è stata un vero e proprio testamento stilistico, un manifesto di coerenza e visione che ha dimostrato come l’azienda sia pronta a proseguire nel solco tracciato dal suo fondatore. Un percorso meticolosamente pianificato dallo stesso Armani, che negli anni ha costruito una struttura solida, definendo regole chiare per il futuro del suo impero, come la creazione di una fondazione per tutelarne i valori.
Questa continuità non è solo un tributo nostalgico, ma un atto di responsabilità verso il futuro della moda. Chiudere la Fashion Week con il nome di Armani significa ribadire che l’eleganza, quella vera, non passa di moda, ma si evolve, si reinterpreta, rimanendo un punto di riferimento imprescindibile in un settore in continua trasformazione.
L’Omaggio della Scala e l’Affetto di un’Intera Città
Il legame tra Giorgio Armani e Milano, la sua città d’adozione, è una trama intessuta di successi, creatività e reciproca ammirazione. Un sentimento tangibile, che Capasa ha ricordato con un aneddoto personale e significativo: “Mi ha stupito alla Prima della Scala lo scorso 7 dicembre, praticamente quasi tutte le donne in teatro erano vestite Giorgio Armani”. Un tributo spontaneo e corale, la dimostrazione più eloquente di come lo stile Armani sia entrato nell’immaginario collettivo, diventando la scelta naturale per le occasioni più importanti. Non è un caso che il Teatro alla Scala abbia deciso di dedicare proprio al grande stilista la serata inaugurale della stagione di balletto 2025/2026, con la rappresentazione de “La Bella addormentata”.
Questo affetto diffuso è la testimonianza di un’influenza che ha superato i confini delle passerelle per diventare un vero e proprio fenomeno culturale, un modo di essere e di presentarsi al mondo che incarna i valori di rigore, sobrietà e raffinatezza.
Il Futuro della Maison: tra Coerenza e Innovazione
L’eredità di Giorgio Armani non è un monolite statico, ma un organismo vivo, affidato a mani esperte che hanno il compito di custodirlo e farlo evolvere. La struttura aziendale, rafforzata dalla Fondazione, è stata pensata per garantire una continuità che sia fedele ai canoni del fondatore, ma anche aperta alle sfide del futuro. Le prossime sfilate saranno dunque un banco di prova importante, un’occasione per dimostrare come il DNA del marchio possa continuare a dialogare con la contemporaneità, senza mai tradire la propria essenza.
La scelta di continuare a chiudere la Settimana della Moda di Milano con Armani è, in questo senso, una potente affermazione di fiducia. È la convinzione che i valori di qualità, coerenza e visione, che hanno sempre contraddistinto il lavoro del Maestro, siano oggi più che mai essenziali per navigare le trasformazioni che la moda sta attraversando. Un faro di stile che, anche dopo il tramonto, continua a indicare la rotta.
