Roma – Un cambio al vertice in un momento storico di luci e ombre per il cinema italiano. L’Assemblea dell’Unione Produttori dell’Anica ha eletto Federica Lucisano, Amministratore Delegato del Lucisano Media Group, come sua nuova presidente. Una nomina che arriva al termine del mandato quadriennale di Benedetto Habib e in una fase tanto vibrante quanto delicata per l’intera filiera audiovisiva nazionale. Da un lato, il 2025 ha confermato una “straordinaria forza produttiva”, con quote di mercato significative e un pubblico in crescita; dall’altro, l’orizzonte è gravato dalle nubi della manovra finanziaria per il 2026, che prefigura una sensibile riduzione delle risorse destinate al settore.
L’entusiasmo e la preoccupazione di una nuova guida
Accogliendo l’incarico con “entusiasmo, determinazione, profondo senso di responsabilità e vero orgoglio”, Federica Lucisano ha immediatamente delineato le coordinate del suo mandato. Nelle sue prime dichiarazioni, ha sottolineato il ruolo cruciale dell’industria cinematografica e audiovisiva non solo come presidio culturale, ma come vero e proprio “motore economico che genera occupazione, competitività internazionale e un’immagine identitaria per l’Italia nel mondo”. Un motore che, tuttavia, rischia di perdere giri a causa delle nuove politiche di bilancio.
La preoccupazione maggiore della neopresidente riguarda la bozza della manovra per il 2026, che prevede un taglio significativo al Fondo per il Cinema e l’Audiovisivo. Le stime iniziali parlavano di una riduzione drastica, che avrebbe portato il fondo dai 700 milioni attuali a 510 milioni nel 2026 e a 460 milioni dal 2027. Sebbene successivi emendamenti abbiano parzialmente ridotto i tagli, portando le risorse per il 2026 a circa 610 milioni, l’allarme nel settore resta alto. “Queste misure, così come strutturate, mettono a rischio ciò che con tenacia abbiamo costruito nel corso degli ultimi anni, oltre a numerosi posti di lavoro”, ha ammonito Lucisano.
Il valore del Tax Credit e il dialogo con le istituzioni
Al centro del dibattito vi è anche il sistema del tax credit, strumento che negli ultimi anni si è rivelato fondamentale per “convogliare risorse, creare valore e promuovere la nostra cultura in tutto il mondo”, attraendo produzioni e investimenti sia nazionali che esteri. La nuova presidente ha assicurato l’impegno dell’Unione Produttori Anica a coltivare un “dialogo costruttivo con le Istituzioni, con il Parlamento, con il Governo”, con l’obiettivo di trovare soluzioni che proteggano le imprese, l’occupazione e la competitività del settore. “Con umiltà e determinazione, mi impegno a rappresentare la voce dei produttori italiani, tutti, con una visione chiara: preservare la nostra identità culturale”, ha concluso.
Il passaggio di testimone da Benedetto Habib
Federica Lucisano succede a Benedetto Habib, produttore e partner di Indiana Production, che ha guidato l’unione negli ultimi quattro anni, un periodo definito di “grande crescita” anche grazie al sistema di sostegno pubblico. Habib, nel congratularsi con la sua succeditrice, ha riconosciuto la complessità del compito che l’attende, ma ha espresso fiducia nella sua “grande esperienza di produttrice e la sua profonda conoscenza di tutte le dinamiche della nostra industria”.
Nel suo discorso di commiato, Habib ha rivendicato il lavoro svolto per rappresentare “il valore industriale della nostra attività, la capacità di creare insieme cultura ed occupazione”. Ha inoltre lanciato un appello affinché il patrimonio costruito non venga disperso e le riforme del sistema di sostegno pubblico mirino a un ulteriore accrescimento. “Lasciare nell’incertezza normativa un settore come il nostro”, ha avvertito, “rischia di dissipare in poco tempo il valore di uno dei pochi settori industriali in crescita di cui l’Italia può andare fiera nel mondo”.
Un settore in salute ma di fronte a un bivio
La presidenza di Federica Lucisano si apre dunque in un contesto ambivalente. Il 2025 ha visto il cinema italiano riconquistare il pubblico, con diversi titoli nazionali in testa alle classifiche del box office. Per il 2025, il Fondo Cinema e Audiovisivo ammontava a 696 milioni di euro, con una quota preponderante (412 milioni) destinata proprio al tax credit. Tuttavia, l’incertezza normativa e la prospettiva di una contrazione delle risorse pubbliche rappresentano una sfida epocale. La capacità della nuova presidente di navigare queste acque turbolente, difendendo gli interessi della produzione e promuovendo al contempo la qualità e la diversità culturale, sarà determinante per il futuro della settima arte in Italia.
