L’economia italiana naviga in acque complesse, mostrando segnali di una timida ripresa pur rimanendo ancorata a una crescita debole. Secondo l’ultimo Rapporto sulla congiuntura relativo al quarto trimestre del 2025, pubblicato da Confcommercio, il Prodotto Interno Lordo (PIL) è atteso in crescita dello 0,6% per il 2025, con una previsione di ulteriore accelerazione all’1% nel 2026. Queste stime, sebbene indichino il superamento della fase più critica, delineano un quadro macroeconomico ancora incerto, in cui la domanda interna fatica a decollare.
Il quadro generale, come emerge dall’analisi, è quello di un’economia che, pur avendo evitato scenari peggiori, non ha ancora innestato una marcia superiore. “Il quadro congiunturale che si va delineando per questo ultimo quarto del 2025 sembra consolidare la suggestione di un’economia che, seppure ancora debole, dovrebbe aver superato la fase più critica”, si legge nel rapporto. A sostenere questo cauto ottimismo contribuiscono alcuni settori specifici, come il turismo, che mostra segnali positivi anche grazie a un miglioramento della domanda interna, e il mercato del lavoro, che si mantiene su livelli occupazionali elevati, seppur con un ritmo di crescita in rallentamento. A questi si aggiungono le aspettative favorevoli delle imprese, che iniziano a consolidarsi.
L’Indicatore dei Consumi: una Ripresa a due Velocità
Il vero nodo cruciale per una ripresa più robusta resta la dinamica dei consumi. A novembre 2025, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato una crescita marginale dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2024. Questo dato è la sintesi di due tendenze divergenti: da un lato, una contrazione della spesa per i beni, che segna un -0,3%, e dall’altro, una crescita più sostenuta per i servizi, che avanzano dell’1,3%. Questa dicotomia evidenzia come le famiglie italiane stiano riorientando le proprie abitudini di spesa, privilegiando esperienze e servizi legati al tempo libero a scapito dei beni di consumo più tradizionali come automotive, alimentari, mobili ed elettrodomestici.
Il dato congiunturale, ovvero il confronto con il mese precedente, offre uno spunto di maggiore ottimismo. La crescita dello 0,6% registrata a novembre rispetto a ottobre, che consolida i segnali di miglioramento già emersi, suggerisce che la domanda interna potrebbe essere entrata in una fase lievemente più dinamica dopo un terzo trimestre poco brillante. Questo fa ben sperare per gli acquisti di dicembre e per le prospettive del prossimo anno.
Le Sfide all’Orizzonte: Produzione Industriale e Incertezze Globali
Nonostante i segnali incoraggianti, permangono delle ombre sul percorso di crescita. La principale incertezza riguarda l’intensità della ripresa, frenata da una produzione industriale che non mostra ancora un trend favorevole definito. Questo elemento, unito a un contesto internazionale ancora volatile, suggerisce cautela. Altre analisi, come quelle di EY, prevedono una crescita del PIL dello 0,5% per il 2025, sostenuta da consumi (+0,8%) e investimenti (+3,2%), ma evidenziano anche l’impatto negativo della domanda estera e le possibili ripercussioni dei dazi statunitensi.
Anche la Banca d’Italia conferma una previsione di crescita dello 0,6% per il 2025 e il 2026, attribuendo questo andamento all’espansione dei consumi, favorita dall’aumento del reddito disponibile reale, e degli investimenti legati al PNRR. Tuttavia, le vendite all’estero potrebbero risentire delle tensioni commerciali internazionali.
Il Ruolo dell’Inflazione e della Fiducia
Un fattore che potrebbe giocare a favore di una ripresa dei consumi è il calo dell’inflazione. Con un tasso annuo che a novembre si è attestato all’1,1%, la stabilità dei prezzi riduce l’erosione del potere d’acquisto e potrebbe gradualmente favorire un recupero della fiducia delle famiglie, elemento fondamentale per sbloccare la spesa. La scarsa fiducia, infatti, è stata finora uno dei principali ostacoli, portando a un aumento della propensione al risparmio nonostante la crescita del reddito disponibile.
In sintesi, l’economia italiana si trova a un bivio. I dati di fine 2025 offrono un barlume di speranza, indicando che la fase più acuta della debolezza economica potrebbe essere alle spalle. Tuttavia, la strada verso una crescita solida e duratura è ancora in salita e dipenderà in gran parte dalla capacità di stimolare la domanda interna e di navigare le complessità dello scenario globale. La ripresa, per ora, resta fragile e a bassa intensità, in attesa di un cambio di passo più deciso.
