In una decisione che segna un punto di svolta nella politica federale sulle droghe degli Stati Uniti, l’amministrazione del Presidente Joe Biden ha formalmente avviato l’iter per riclassificare la marijuana. La proposta, guidata dal Dipartimento di Giustizia e dalla Drug Enforcement Administration (DEA), prevede di spostare la cannabis dalla Tabella I (Schedule I) alla Tabella III (Schedule III) del Controlled Substances Act (CSA), la legge che regola le sostanze stupefacenti. Questo cambiamento, atteso da decenni da attivisti e operatori del settore, non significa una legalizzazione a livello federale, ma rappresenta il più significativo passo avanti nella riforma della politica sulla cannabis da oltre cinquant’anni.
La notizia, che corregge le informazioni circolate in precedenza che attribuivano la decisione a Donald Trump, è stata accolta con grande fermento. Il Presidente Biden ha sottolineato come questo passo sia fondamentale per “correggere le ingiustizie storiche” legate a un approccio fallimentare alla marijuana, che ha rovinato innumerevoli vite.
Da Droga Pericolosa a Sostanza con Valore Medico: Cosa Significa la Riclassificazione
Per comprendere appieno la portata di questa decisione, è essenziale capire la differenza tra le categorie del Controlled Substances Act, in vigore dal 1970.
- Tabella I: In questa categoria sono incluse le sostanze considerate con il più alto potenziale di abuso e senza alcun uso medico accettato negli Stati Uniti. Finora, la marijuana è stata classificata al pari di droghe come eroina, LSD ed ecstasy. Questa classificazione ha rappresentato un ostacolo insormontabile per la ricerca scientifica e ha creato un paradosso legale, dato che 38 stati ne consentono l’uso medico e 24 anche quello ricreativo.
- Tabella III: Le sostanze in questa categoria sono definite come aventi un potenziale di dipendenza fisica e psicologica da moderato a basso e un accettato uso medico. In questa lista figurano farmaci come la ketamina, gli steroidi anabolizzanti e prodotti contenenti codeina.
Spostare la cannabis nella Tabella III significa, per la prima volta a livello federale, riconoscere ufficialmente che la pianta ha un valore terapeutico. Questo allineerebbe la legge federale con le evidenze scientifiche e l’esperienza medica accumulate in decenni, oltre che con la legislazione della maggior parte degli stati americani.
Le Implicazioni Economiche: Una Boccata d’Ossigeno per l’Industria della Cannabis
Le conseguenze economiche di questa riclassificazione sono potenzialmente enormi e potrebbero trasformare un’industria da 36 miliardi di dollari. L’impatto più immediato e significativo riguarda il regime fiscale.
“Uno dei cambiamenti pratici più rilevanti”, come ho spesso analizzato nei miei white paper sulla stabilità finanziaria, “riguarda la Sezione 280E del codice fiscale federale”. Questa norma, specificamente pensata per contrastare il traffico di sostanze illegali, proibisce alle aziende che commerciano sostanze della Tabella I e II di dedurre le normali spese aziendali (come stipendi, affitti, marketing) dai loro profitti. Questo ha costretto le aziende di cannabis legale a pagare tasse su margini lordi, con aliquote effettive che potevano superare il 70%, rendendo la redditività un’impresa ardua.
Con il passaggio alla Tabella III, la Sezione 280E non si applicherebbe più, permettendo alle imprese del settore di operare con una struttura fiscale simile a quella di qualsiasi altra azienda legittima. Questo potrebbe tradursi in:
- Maggiore Redditività: Le aziende vedrebbero un immediato aumento dei profitti netti, liberando capitali da reinvestire in crescita, ricerca e sviluppo.
- Accesso al Credito e agli Investimenti: Sebbene non sia una soluzione definitiva, la riclassificazione ridurrebbe lo stigma e potrebbe facilitare l’accesso ai servizi bancari e finanziari, attirando investitori istituzionali oggi frenati dall’illegalità federale.
- Crescita del Mercato: L’alleggerimento della pressione fiscale e una maggiore stabilità normativa potrebbero accelerare la crescita del mercato legale, rendendolo più competitivo nei confronti del mercato nero.
Un Nuovo Orizzonte per la Ricerca Scientifica
Durante i miei studi e le conferenze internazionali, ho sempre notato come il progresso scientifico sulla cannabis fosse frenato da barriere burocratiche quasi insormontabili. La classificazione in Tabella I ha reso estremamente difficile per i ricercatori ottenere le autorizzazioni necessarie, i finanziamenti e la materia prima per condurre studi clinici rigorosi.
Il passaggio alla Tabella III semplificherà notevolmente questo processo. Ci si attende un’esplosione della ricerca sulle potenziali applicazioni mediche dei cannabinoidi per trattare patologie come il dolore cronico, l’epilessia, i disturbi d’ansia e le malattie neurodegenerative. Questo non solo potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci approvati dalla FDA, ma fornirà anche una base di dati scientifici più solida per medici e pazienti.
Il Processo non è Ancora Concluso
È importante sottolineare che la proposta del Dipartimento di Giustizia è solo l’inizio di un processo normativo che potrebbe richiedere del tempo. L’iter prevede diverse fasi:
- Revisione da parte dell’Ufficio di Gestione e Bilancio della Casa Bianca (OMB).
- Un periodo di consultazione pubblica di 60 giorni, durante il quale cittadini, scienziati e aziende potranno presentare i loro commenti.
- Una revisione finale da parte di un giudice amministrativo.
- La pubblicazione della regola finale da parte della DEA.
Sebbene il percorso sia tracciato, il dibattito pubblico e le possibili sfide legali potrebbero influenzarne i tempi e l’esito finale.
Cosa non Cambia: I Limiti della Riforma
Nonostante la sua portata storica, la riclassificazione non è una legalizzazione totale. La cannabis rimarrà una sostanza controllata a livello federale. La produzione, la distribuzione e il possesso al di fuori dei canali medici o degli stati in cui è legale rimarranno illegali secondo la legge federale. La mossa, quindi, non risolve il conflitto di base tra le leggi statali e quelle federali, ma lo attenua notevolmente, spostando l’ago della bilancia verso un approccio più razionale e scientifico.
