TORINO – “Allontanamento zero dalla sanità pubblica“: è questa la bussola che orienterà le politiche sanitarie del Piemonte per i prossimi cinque anni. Con questa ambiziosa dichiarazione, l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, ha dato il via in Consiglio regionale all’iter del nuovo Piano Socio-Sanitario 2025-2030, un documento strategico che mira a ridisegnare il volto della sanità piemontese. L’obiettivo è chiaro: intervenire su quel 8% di cittadini piemontesi che attualmente rinuncia alle cure, un dato migliore della media nazionale del 10%, ma che la Regione punta ad azzerare completamente.

Un piano che, come sottolineato dall’assessore, non veniva integralmente riscritto dal 1995 e che nasce dopo un anno di lavoro, il contributo di consulenti e oltre 600 audizioni in commissione Sanità. Il testo, ora all’esame dell’Aula per il voto finale previsto per lunedì 22 dicembre, ha visto l’accoglimento di numerosi emendamenti, sia dalla maggioranza che dalle opposizioni, segno di un dibattito intenso e partecipato.

Un investimento da 5 miliardi per modernizzare la sanità

Il cuore pulsante del piano è un imponente investimento di 5 miliardi di euro destinato all’edilizia sanitaria. “Senza ospedali all’avanguardia non attiriamo le migliori professionalità”, ha affermato Riboldi, evidenziando la necessità di modernizzare le infrastrutture per garantire cure di qualità e attrarre talenti. Il programma di investimenti prevede la costruzione di 11 nuovi ospedali, 4 grandi ristrutturazioni e la creazione di una fitta rete territoriale composta da 91 Case di Comunità, 30 Ospedali di Comunità e 49 Centrali operative territoriali. Per garantire la massima trasparenza e legalità nell’utilizzo di questi fondi ingenti, è stato firmato un apposito protocollo con le prefetture per prevenire infiltrazioni criminali nei cantieri.

Le nuove figure chiave: umanizzazione e integrazione socio-sanitaria

Una delle novità più significative del piano è l’introduzione di due nuove figure professionali all’interno del sistema sanitario. In ogni ospedale verrà istituito il delegato “all’umanizzazione”, ufficialmente chiamato “Responsabile operativo degli ambienti sanitari”, con il compito di migliorare il comfort e l’accoglienza per pazienti e familiari. A questo si aggiunge la creazione del “direttore sociosanitario” in ogni ASL, una figura dirigenziale posta allo stesso livello del direttore amministrativo e sanitario. Questo nuovo ruolo sarà cruciale per realizzare una vera integrazione tra i servizi sanitari e quelli sociali, valorizzando le competenze specifiche e garantendo una presa in carico completa della persona.

Corpo Logistico Sanitario e la sfida degli IRCCS

Per superare le barriere logistiche che spesso impediscono l’accesso alle cure, specialmente per anziani e soggetti fragili, nasce il Corpo Logistico Sanitario Piemontese. Si tratta di una rete di volontariato dedicata al trasporto e all’accompagnamento dei pazienti verso le strutture sanitarie per visite ed esami programmati, un servizio essenziale soprattutto nelle aree più periferiche.

Parallelamente, il Piemonte lancia una sfida ambiziosa sul fronte della ricerca e dell’eccellenza clinica. “Anche noi meritiamo di avere degli IRCCS”, ha dichiarato Riboldi, annunciando la candidatura di sette strutture a Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. L’obiettivo è ottenere il prestigioso riconoscimento per dare valore ai professionisti del territorio, attrarre finanziamenti e ridurre la mobilità passiva verso altre regioni. Le strutture candidate includono eccellenze come la Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Ospedale Infantile Regina Margherita e il Maggiore della Carità di Novara.

Salute mentale, digitale e lotta agli sprechi

Il piano riserva un’attenzione particolare anche alla salute mentale, definita “uno dei temi su cui andiamo a costruire il futuro”. Si punta al potenziamento dei servizi, alla promozione di interventi di prevenzione e all’istituzione di una Consulta regionale specifica.

L’innovazione tecnologica è un altro pilastro fondamentale. Si investirà massicciamente sulla sanità digitale, con il potenziamento del Centro Unico di Prenotazioni (CUP), del Fascicolo Sanitario Elettronico e l’introduzione, primo caso in Italia, dell’intelligenza artificiale per il “follow up” dei pazienti.

Infine, il piano non mira a tagli indiscriminati, ma a una razionalizzazione delle “spese improduttive”. Un esempio concreto è la revisione degli affitti di locali non necessari, da cui si stima un risparmio di circa 10 milioni di euro l’anno. Queste risorse verranno reinvestite in servizi diretti al cittadino, come l’estensione dello screening neonatale e il potenziamento dell’odontoiatria solidale.

Tra le altre misure approvate tramite emendamenti, si segnala l’inclusione di interventi specifici per la prevenzione legata alla contaminazione da PFAS e l’attivazione di unità mobili sanitarie e sociali per raggiungere le persone senza fissa dimora e in condizioni di marginalità.

Di veritas

🔍 Il vostro algoritmo per la verità, 👁️ oltre le apparenze, 💖 nel cuore dell’informazione 📰

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *