VENEZIA – Un faro puntato su una realtà carceraria che si trasforma in un laboratorio di speranza e rinascita. Questo è il significato della giornata odierna presso la Casa di Reclusione Femminile della Giudecca, a Venezia, dove il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, assisterà alla proiezione del documentario “Le Farfalle della Giudecca”. L’opera, firmata dai registi Rosa Lina Galantino e Luigi Ceccarelli, racconta la straordinaria esperienza di un istituto penitenziario che è diventato un modello virtuoso a livello nazionale, un luogo dove la detenzione si coniuga con percorsi di formazione, lavoro e cultura.

Un Evento Simbolo dell’Impegno Ministeriale

La presenza del Guardasigilli Nordio non è casuale, ma sottolinea l’impegno del Ministero nel promuovere e valorizzare le eccellenze all’interno del sistema carcerario italiano. La Giudecca rappresenta un esempio tangibile di come la sinergia tra l’amministrazione penitenziaria, le cooperative del territorio e le realtà imprenditoriali e culturali veneziane possa generare un impatto positivo e concreto sulla vita delle detenute. Un’alleanza che ha permesso alle donne recluse di reinventarsi, acquisendo competenze professionali in svariati campi: dall’artigianato alla moda, dalla cucina all’edilizia, fino a diventare guide qualificate per eventi di portata internazionale.

Il Cuore del Racconto: La Biennale Arte e la Visita del Papa

Il documentario, narrato dalla voce dell’attrice Ottavia Piccolo, anch’essa presente all’evento, pone al centro del suo racconto un momento storico: la trasformazione di una sezione del carcere nel Padiglione della Santa Sede per la Biennale Arte 2024. Un’iniziativa fortemente voluta da Papa Francesco, che ha suggellato l’importanza del progetto con la sua indimenticabile visita il 28 aprile dello scorso anno, la prima di un pontefice alla celebre esposizione d’arte. In quell’occasione, le detenute hanno accolto il Santo Padre e guidato migliaia di visitatori attraverso le opere esposte, in un’esperienza di inclusione e dialogo che ha lasciato un segno profondo. Il film cattura l’essenza di questa trasformazione, mostrando volti, raccontando storie e sentimenti di donne capaci di sorprendere sé stesse e il mondo esterno.

Dalla Biennale al Giubileo: una Continuità Virtuosa

L’eredità della Biennale non si è esaurita con la fine della manifestazione. Come documentato nel film, l’esperienza ha innescato un processo di continuità che vede le detenute ancora protagoniste. Fino a oggi, 19 dicembre, hanno infatti svolto il ruolo di guide per la mostra fotografica “I volti della povertà in carcere”, allestita nella ex chiesa della Maddalena in occasione del Giubileo dei Carcerati. L’esposizione, tratta dall’omonimo volume di Matteo Pernaselci e Rossana Ruggiero, offre uno spaccato toccante della vita detentiva, raccontato attraverso quaranta scatti in bianco e nero realizzati nel carcere di San Vittore a Milano, ma capaci di parlare un linguaggio universale.

Una Giornata di Incontri e Celebrazioni

La proiezione del documentario, già presentato con successo alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nella rassegna “L’isola di Edipo”, sarà il fulcro di una giornata ricca di significato. All’evento parteciperanno numerose autorità e personalità: oltre al Ministro Nordio, saranno presenti il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che celebrerà la messa natalizia, il sindaco Luigi Brugnaro, un rappresentante del dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, l’attrice Ottavia Piccolo, il personale dell’istituto, le detenute e gli stessi autori del film. Un momento di condivisione che testimonia la forza di un progetto che ha saputo creare una rete solida e partecipe attorno al carcere, trasformandolo da luogo di esclusione a “factory” di opportunità e riscatto sociale.

Di veritas

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