Roma – In un intervento a margine del convegno nazionale ASC “Sport, giovani e futuro: strategie condivise per le nuove generazioni”, il presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL), Stefano Mei, ha condiviso le sue riflessioni sullo stato di forma di Marcell Jacobs, sulle prospettive future dell’atletica italiana e sul valore intrinseco della disciplina. Le sue parole, cariche di speranza ma anche di una palpabile preoccupazione, delineano un quadro complesso per il campione olimpico, proiettando al contempo una luce brillante sui nuovi talenti emergenti.
La “scintilla” perduta di Jacobs: l’unica vera preoccupazione di Mei
Il focus principale dell’intervento di Stefano Mei ha riguardato Marcell Jacobs, il cui percorso post-olimpico è stato costellato da difficoltà e infortuni. “Jacobs? Non l’ho sentito. L’unico problema che ho io con lui è che ho letto che gli manca la scintilla, questa è l’unica cosa che mi preoccupa”, ha dichiarato il presidente FIDAL. Questa affermazione, più che un riferimento a eventuali dissapori personali, evidenzia un’inquietudine legata alla motivazione intrinseca dell’atleta, quell’elemento impalpabile ma fondamentale per competere ai massimi livelli. Mei ha minimizzato eventuali incomprensioni passate, definendole “cose che capitano” e che possono essere risolte “dal vivo”, sottolineando come la vera questione sia di natura psicologica e motivazionale.
La stagione 2025 di Jacobs è stata infatti travagliata, segnata da diversi stop per problemi fisici che ne hanno compromesso la continuità e le performance. Già a dicembre, lo stesso Jacobs aveva ammesso di aver “perso la scintilla” e di faticare a trovare la voglia di allenarsi, parole che avevano destato la preoccupazione del presidente federale. Mei, pur comprendendo i momenti di difficoltà che un atleta può attraversare, aveva definito le dichiarazioni di un possibile ritiro come un semplice “sfogo” dettato dalla rabbia. Ora, la speranza è tutta rivolta al futuro: “Il 2026 l’anno per la sua rinascita? Lo spero proprio, aspettiamo”, ha concluso Mei, lasciando una porta aperta alla fiducia per una piena ripresa del campione.
Nadia Battocletti: l’emblema dell’atleta moderna
Cambiando registro, il presidente FIDAL ha tessuto le lodi di Nadia Battocletti, indicandola come un modello per le nuove generazioni di atleti. “Battocletti è un esempio calzante di cosa è l’atleta moderno: versatile, sempre disponibile e anche una star internazionale perché dovunque andiamo è considerata una stella”, ha affermato Mei. La mezzofondista trentina, reduce da una stagione straordinaria culminata con la medaglia d’argento olimpica nei 10000 metri a Parigi 2024 e due medaglie ai Mondiali di Tokyo 2025 (argento nei 10000 e bronzo nei 5000), incarna perfettamente le qualità descritte dal presidente. La sua capacità di eccellere su diverse distanze, dal cross alla pista, unita a una grande disponibilità mediatica, la rende un simbolo positivo per tutto il movimento.
Mei ha sottolineato come, pur non avendo ancora vinto un titolo olimpico o mondiale (affermazione poi parzialmente smentita dai recenti successi iridati), la sua statura internazionale sia indiscutibile. Questo, secondo il numero uno della FIDAL, è un riflesso del “peso specifico” dell’atletica leggera, uno sport globale con 214 Paesi affiliati alla federazione internazionale, a differenza di altre discipline con una base di praticanti molto più ristretta.
Il valore universale dell’atletica e il futuro del movimento
L’ultima parte dell’intervento di Mei si è concentrata su una difesa appassionata del valore dell’atletica leggera. “Il peso specifico dell’atletica non ha eguali e sorrido quando qualche dirigente parla del medagliere dell’atletica e poi quegli stessi protagonisti di quello sport vengono da 6 Paesi al massimo perché possono essere giocati o praticati solo da un certo tipo di ceto sociale”, ha concluso. Una frecciata neanche troppo velata ad altre discipline, per rimarcare l’universalità e la democraticità della “Regina degli Sport”.
Queste parole si inseriscono in un contesto più ampio di crescita e successo per l’atletica italiana, che negli ultimi cinque anni ha ottenuto risultati di grande prestigio. La Federazione, sotto la guida di Mei, sta investendo molto sullo sviluppo dei giovani talenti, con progetti mirati a scovare e supportare le nuove promesse su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è garantire un ricambio generazionale costante e mantenere l’Italia ai vertici internazionali, costruendo un movimento solido che non dipenda solo dalle gesta dei singoli campioni, ma che sia forte nella sua interezza.
