Roma – La legge di Bilancio si trasforma in un campo di battaglia politico, con la maggioranza di governo che sfiora la crisi a causa di un durissimo scontro interno sul capitolo pensioni. Protagonista del braccio di ferro è la Lega, che attraverso il suo relatore in Commissione Bilancio al Senato, Claudio Borghi, ha eretto un muro contro le modifiche proposte dal Ministero dell’Economia, costringendo l’esecutivo a una precipitosa e caotica marcia indietro. Il risultato è un’immagine di fragilità politica che allarma i mercati e offre il fianco alle opposizioni, ora all’attacco compatto.
Il Casus Belli: Finestre Mobili e Riscatto della Laurea
La miccia che ha fatto esplodere le tensioni è un emendamento governativo, inserito a sorpresa nel maxiemendamento alla manovra, che conteneva una stretta significativa sul sistema pensionistico. Le misure più contestate erano due: l’allungamento delle cosiddette “finestre mobili” – il periodo di attesa tra la maturazione dei requisiti e l’effettiva erogazione dell’assegno – e una penalizzazione sul riscatto degli anni di laurea ai fini del prepensionamento. L’obiettivo del governo era reperire coperture per circa 3,5 miliardi di euro da destinare a misure per le imprese, come richiesto da Confindustria.
La reazione della Lega non si è fatta attendere. Il senatore Borghi ha assunto una posizione intransigente: “Noi con un allungamento anche formale dell’età pensionistica quell’articolo non lo votiamo”, ha dichiarato con fermezza. Una presa di posizione netta che ha messo il governo con le spalle al muro, evidenziando una profonda spaccatura all’interno della stessa maggioranza e, in particolare, tra la Lega e il suo ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che difendeva l’impianto della norma.
La Notte dei Lunghi Coltelli e la Retromarcia del Governo
La situazione è precipitata rapidamente, con una notte di trattative febbrili e telefonate incandescenti. Mentre la premier Giorgia Meloni era a Bruxelles per il Consiglio Europeo, a Roma si consumava lo strappo. Di fronte alla minaccia leghista di non votare l’emendamento, bloccando di fatto l’intera manovra e rischiando l’esercizio provvisorio, il governo è stato costretto a cedere. In un primo momento si è tentato di salvare il salvabile, stralciando solo la parte più controversa relativa al riscatto della laurea, che presentava anche profili di retroattività e possibili ricorsi. Ma per la Lega non era abbastanza.
La conferma che non ci sarebbero state ulteriori modifiche sulle finestre mobili, arrivata dal sottosegretario all’Economia Federico Freni, ha portato allo scontro finale. A quel punto, per evitare la crisi, Palazzo Chigi ha optato per il ritiro dell’intero pacchetto previdenza dal maxiemendamento. Le misure, come confermato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, saranno ora trasfuse in un decreto legge da approvare entro fine anno.
Le Opposizioni all’Attacco: “Maggioranza Implosa”
Il caos nella maggioranza ha scatenato la reazione veemente delle opposizioni, che hanno descritto un governo in preda a una “crisi di nervi” e all'”auto-ostruzionismo”.
- Partito Democratico: La segretaria Elly Schlein ha parlato di un governo che “litiga su tutto” e di una premier “campionessa di incoerenza”.
- Movimento 5 Stelle: Il senatore Stefano Patuanelli ha evocato il rischio dell’esercizio provvisorio, sottolineando come la credibilità del governo sia a rischio: “Qui qualcuno ci perde la faccia”.
- Italia Viva: La senatrice Raffaella Paita ha usato la metafora “Kramer contro Kramer” per descrivere la lotta intestina alla Lega e al governo.
- Azione e +Europa: Hanno evidenziato la “mancanza di una linea politica condivisa” e una manovra in continua e confusa modifica.
Le opposizioni hanno denunciato la paralisi dei lavori parlamentari e chiesto al ministro Giorgetti di riferire in Aula, parlando di una “maggioranza implosa”.
Non Solo Pensioni: le Altre Misure in Bilico
Il caos pensioni ha messo in ombra le altre misure contenute nella legge di Bilancio. Tra gli emendamenti approvati finora, si segnala un taglio al tasso di interesse per le rate della rottamazione-quinquies, una norma a bandiera leghista. Hanno trovato spazio anche piccoli interventi finanziati con il “fondino” parlamentare, come risorse contro l’antisemitismo.
È stata invece ritirata una norma controversa che avrebbe modificato le regole per le elezioni, consentendo il voto anche di lunedì, vista dalle opposizioni come un tentativo di accelerare sul referendum sulla giustizia. Accantonata, per ora, anche una proposta che mirava a “rafforzare le capacità industriali della difesa”, definita dall’opposizione un “blitz gravissimo” per trasformare le fabbriche italiane in produttori di armi.
