ROMA – La Fontana di Trevi, capolavoro del tardo barocco e calamita per milioni di visitatori ogni anno, si appresta a vivere una trasformazione significativa nella sua fruizione. L’ipotesi di introdurre un biglietto d’ingresso a pagamento per i turisti è sempre più concreta. Sebbene fonti del Campidoglio precisino che si tratti ancora di “un’ipotesi di lavoro” senza date definitive, le indiscrezioni e le conferme parziali delineano un progetto chiaro: un ticket da due euro per i non residenti che desiderano accedere all’area più prossima al monumento.

La misura, fortemente sostenuta dall’assessore al Turismo, Grandi Eventi e Sport, Alessandro Onorato, mira a governare il fenomeno dell’overtourism che affligge uno dei simboli della Capitale, visitato da oltre 5,3 milioni di persone solo nei primi sei mesi del 2025. L’obiettivo è duplice: garantire la tutela del prezioso monumento e migliorare la qualità della visita, oggi spesso compromessa da un affollamento insostenibile.

Come Potrebbe Funzionare il Nuovo Accesso

Il progetto allo studio prevede una riorganizzazione logistica della piazza. L’idea è di creare due corsie distinte: una gratuita per i residenti a Roma e una a pagamento per i turisti. Queste sarebbero delimitate da paletti in ottone, una soluzione esteticamente più gradevole delle attuali transenne temporanee. Sarebbe inoltre implementato un sistema di pagamento elettronico, incluse le carte di credito, per agevolare le transazioni.

Questa novità si inserirebbe nel contesto di una regolamentazione già in atto. Infatti, da dicembre 2024, l’accesso all’area della fontana è già contingentato a un massimo di 400 persone in contemporanea, con percorsi obbligati di entrata e uscita e la presenza di steward per gestire i flussi. L’introduzione del biglietto sarebbe quindi un’evoluzione di questo sistema, sul modello di quanto già avviene con successo al Pantheon, dove dal luglio 2023 è stato introdotto un ticket da 5 euro.

Le Ragioni di una Scelta Strategica

L’assessore Onorato ha più volte ribadito la necessità di rendere la visita alla Fontana di Trevi “un’experience e non un caotico dare spallate”. Le motivazioni alla base di questa potenziale svolta sono molteplici:

  • Tutela del Monumento: Ridurre la pressione fisica sulla struttura e disincentivare comportamenti inappropriati, come il consumo di cibo e bevande sui gradini, che causano degrado.
  • Gestione dei Flussi: Regolamentare l’enorme afflusso di persone permette di aumentare la sicurezza e di rendere la visita più piacevole e meno caotica.
  • Reperimento di Risorse: Secondo le stime, l’introduzione del ticket potrebbe generare un introito di circa 20 milioni di euro l’anno. Questi fondi, come assicurato dall’amministrazione, sarebbero reinvestiti nella manutenzione del patrimonio culturale e nel miglioramento dei servizi turistici della città.

Un Dibattito Aperto: Tutela vs. Accessibilità

La proposta, come prevedibile, ha acceso un vivace dibattito. Da un lato, associazioni come il Codacons si dicono contrarie alla “monetizzazione” dei monumenti, pur sostenendo la necessità di ingressi contingentati per evitare il sovraffollamento. Dall’altro, molti vedono nel biglietto l’unico strumento efficace per preservare un bene fragile e prezioso dall’usura del turismo di massa. La questione fondamentale tocca un nervo scoperto per molte città d’arte: come bilanciare il diritto universale di accesso alla cultura con l’impellente necessità di proteggerla per le generazioni future. La sfida per Roma sarà quella di implementare una soluzione che si dimostri efficace e rispettosa dell’essenza di un luogo che è, prima di tutto, uno spazio pubblico e un cuore pulsante della vita cittadina.

Di veritas

🔍 Il vostro algoritmo per la verità, 👁️ oltre le apparenze, 💖 nel cuore dell’informazione 📰

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *