Una storia che ha dell’incredibile, capace di attraversare le aule di un tribunale per culminare davanti a un ufficiale di stato civile. Protagonisti una coppia, insieme da oltre dieci anni e con quattro figli, il cui sogno di sposarsi a novembre era stato bruscamente interrotto da un drammatico episodio di cronaca familiare. Ad agosto, una lite aveva richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, trasformando la loro abitazione in una scena da Codice Rosso. Oggi, dopo tre mesi di separazione forzata, i due si sono uniti in matrimonio, poche ore dopo la revoca della misura cautelare che teneva lui lontano da casa.

L’intervento della Polizia e l’attivazione del Codice Rosso

Tutto ha avuto inizio lo scorso agosto, quando una chiamata per una lite in famiglia ha portato una volante della polizia nell’appartamento della coppia. Gli agenti si sono trovati di fronte una scena allarmante: la donna era sanguinante, ferita da una scheggia di vetro. Le sue prime dichiarazioni agli operanti hanno dipinto un quadro preoccupante. Ha raccontato che il compagno, un cittadino nigeriano di 31 anni e incensurato, le aveva strappato il bancomat dalle mani e che, in un episodio precedente, l’aveva strattonata con forza mentre lei stava usando il cellulare.

Di fronte a questo scenario, le autorità hanno immediatamente attivato la procedura del “Codice Rosso”, la legge introdotta per rafforzare la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Per l’uomo è scattato un provvedimento di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare, disposto dal giudice, e sono state avviate le indagini con le pesanti accuse di estorsione e lesioni.

Tre mesi di difficoltà e la svolta nelle indagini

Per il 31enne sono seguiti tre mesi di enormi difficoltà. Senza poter tornare a casa e con l’obbligo di stare lontano dalla sua famiglia, si è trovato a dormire in macchina o a cercare ospitalità da amici. Nonostante la situazione precaria, non ha mai smesso di adempiere ai suoi doveri di padre, continuando a contribuire economicamente al mantenimento della compagna e dei loro quattro figli.

La svolta in questa complessa vicenda è arrivata proprio dalla presunta vittima. Con il passare delle settimane, la donna ha fornito agli investigatori una versione dei fatti differente, che ha ridimensionato la gravità degli eventi. Ha chiarito che il compagno non aveva alcuna intenzione di ferirla: la lesione era stata del tutto accidentale, causata da un vetro andato in frantumi dopo che lui aveva chiuso bruscamente una finestra durante la discussione. Anche l’episodio del bancomat è stato ricontestualizzato: non si trattava di un’estorsione, ma di un diverbio sulla gestione economica familiare, poiché la carta serviva per pagare le rate dei mobili che avevano acquistato insieme per la loro casa.

Il percorso di redenzione e il lieto fine

Assistito dall’avvocato Luca Rinaldi, l’uomo ha potuto presentare istanza di revoca della misura cautelare. Durante il procedimento, ha ammesso le sue responsabilità, riconoscendo di aver avuto una reazione dettata da una forte gelosia. Fondamentale è stata la sua decisione di intraprendere un percorso personale per gestire questa problematica, rivolgendosi a uno specialista per farsi aiutare.

Le dichiarazioni chiarificatrici della compagna, unite all’ammissione di colpa e all’impegno a migliorare del 31enne, hanno convinto il giudice a revocare il provvedimento di allontanamento. Appena ottenuta la libertà di potersi riavvicinare alla sua famiglia, la coppia non ha perso tempo. Si sono recati immediatamente in Comune e hanno celebrato quel matrimonio che era stato solo rimandato, scrivendo un lieto fine a una vicenda che aveva rischiato di separarli per sempre.

Di veritas

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