Tokyo – Il mondo dell’auto trattiene il fiato. Honda, secondo gigante automobilistico del Giappone, ha annunciato una sospensione temporanea della produzione in diversi impianti chiave in Cina e Giappone tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio. La causa è la ormai cronica e sempre più grave carenza di semiconduttori, componente essenziale la cui scarsità sta mettendo in ginocchio l’intero settore automotive globale. Ma dietro a questa crisi logistica si cela una partita molto più complessa, che intreccia alta tecnologia, equilibri di potere internazionali e strategie industriali.
Lo Stop Produttivo: Date e Impianti Coinvolti
La decisione di Honda avrà un impatto diretto e immediato sulle linee di montaggio. Nello specifico, il piano di fermo prevede:
- Cina: Tre impianti produttivi, gestiti in joint venture con un partner locale, si fermeranno per cinque giorni consecutivi a partire dal 29 dicembre.
- Giappone: Alcune fabbriche strategiche sul suolo nipponico resteranno inattive il 5 e 6 gennaio. La ripresa delle attività, prevista per il 7 gennaio, avverrà comunque a regime ridotto per almeno tre giorni consecutivi.
Questa interruzione non è un fulmine a ciel sereno, ma l’ultimo episodio di una serie di stop che hanno già colpito Honda nei mesi scorsi. Tra ottobre e novembre, infatti, il costruttore era stato costretto a sospendere temporaneamente le attività anche in Messico, a causa delle medesime, gravi interruzioni nelle forniture di chip. L’effetto domino di questa crisi ha lambito anche gli stabilimenti nordamericani, in particolare negli Stati Uniti e in Canada.
Le Radici Geopolitiche della Crisi: Il Caso Nexperia
Per comprendere appieno la portata di questa crisi, è necessario analizzare le sue origini, che affondano in una complessa disputa geopolitica. Al centro di tutto c’è Nexperia, un’azienda di semiconduttori con sede nei Paesi Bassi, ma controllata dal colosso elettronico cinese Wingtech Technology. Nexperia è un fornitore cruciale di chip “tradizionali”, componenti forse meno avanzati ma fondamentali per una vasta gamma di funzioni all’interno dei veicoli moderni, dai sistemi di frenata ABS alla gestione delle batterie nei veicoli elettrici.
La crisi si è innescata a fine settembre, quando il governo dell’Aia, su forte pressione degli Stati Uniti, ha annunciato un intervento diretto sulla governance di Nexperia. La mossa è stata giustificata con “carenze nella governance societaria” e preoccupazioni per la sicurezza nazionale e la salvaguardia del know-how tecnologico europeo. Washington, infatti, aveva già inserito Wingtech nella sua “entity list”, una lista nera commerciale, temendo un trasferimento di tecnologie sensibili. La reazione di Pechino non si è fatta attendere: un blocco quasi totale all’esportazione dei chip Nexperia prodotti negli stabilimenti cinesi, di fatto spezzando una catena di approvvigionamento vitale per l’industria automobilistica globale.
L’Impatto Finanziario su Honda: Una Perdita Milionaria
Le conseguenze economiche di questa paralisi produttiva sono già pesantissime per Honda. Nell’ultimo outlook finanziario, presentato a novembre e relativo all’esercizio fiscale che si concluderà a marzo 2026, l’azienda ha messo nero su bianco una previsione allarmante: una perdita operativa di 150 miliardi di yen, equivalenti a circa 820 milioni di euro. Questa cifra è attribuita direttamente ai tagli produttivi imposti dalla scarsità di semiconduttori.
Honda ha inoltre lanciato un avvertimento chiaro: questo deficit potrebbe aggravarsi ulteriormente se le condizioni della catena di approvvigionamento non mostreranno segni di miglioramento nel breve termine. Già a novembre, la casa automobilistica aveva rivisto al ribasso le previsioni di vendita globali per l’anno fiscale, a causa della debolezza della domanda in Asia e, appunto, della crisi dei chip.
Un Settore in Affanno: L’Effetto a Catena sull’Industria Globale
La vicenda di Honda è solo la punta dell’iceberg di una crisi sistemica che sta scuotendo le fondamenta dell’industria automobilistica mondiale. L’associazione dei costruttori europei (ACEA) ha definito la situazione “potenzialmente devastante”, avvertendo che le scorte di chip si stanno esaurendo rapidamente e che uno stop generalizzato delle linee di assemblaggio è uno scenario imminente. Ogni veicolo moderno contiene tra i 1.000 e i 3.000 semiconduttori, e la dipendenza da fornitori come Nexperia, che detiene una quota di mercato di circa il 40% su alcuni componenti base, è enorme.
La “guerra dei chip” tra Stati Uniti e Cina, con l’Europa in una posizione scomoda e vulnerabile, dimostra la fragilità delle catene del valore globalizzate. La dipendenza tecnologica da Pechino, non solo per i semiconduttori ma anche per le materie prime critiche per la transizione elettrica, emerge come una delle principali sfide strategiche per l’industria occidentale nel prossimo decennio.
