Il panorama dei consumi petroliferi italiani a novembre presenta un quadro a due velocità, con una netta contrazione generale trainata da una crisi strutturale del settore petrolchimico, ma allo stesso tempo vivacizzato da performance record per alcuni carburanti destinati alla mobilità. Secondo il recente report diffuso dall’Unem (Unione Energie per la Mobilità), i consumi totali hanno subito un calo del 4,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, equivalente a una diminuzione di 180.000 tonnellate.

La Profonda Crisi della Petrolchimica

Il dato più allarmante emerge dall’analisi del settore petrolchimico, che ha registrato una drastica riduzione di 117.000 tonnellate. Questo crollo rappresenta oltre il 65% della flessione totale, evidenziando una difficoltà persistente e strutturale per questo comparto industriale. La crisi della petrolchimica in Italia e in Europa non è un fenomeno passeggero, ma affonda le radici in una combinazione di fattori critici: la concorrenza globale, in particolare quella asiatica, l’aumento dei costi energetici e la necessità di una complessa e costosa transizione ecologica. Impianti datati e margini di profitto sempre più risicati rendono il contesto europeo poco competitivo rispetto a giganti come la Cina o agli Stati Uniti, che beneficiano di costi energetici inferiori.

Segnali Positivi dalla Mobilità: Benzina, Jet Fuel e GPL in Crescita

In netto contrasto con la debolezza industriale, il settore della mobilità mostra segnali di notevole vitalità. Ecco i dati più significativi:

  • Benzina: Le vendite sulla rete continuano a mostrare un andamento positivo, confermandosi sui livelli massimi dal 2011. Nei primi undici mesi del 2025, i consumi totali di benzina hanno quasi raggiunto gli 8,2 milioni di tonnellate, con un incremento del 3,6% (+282.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2024.
  • Jet Fuel: Il carburante per aerei ha segnato un record assoluto per il mese di novembre, con un aumento dello 0,6% (+2.000 tonnellate). Questo dato conferma la piena ripresa del trasporto aereo, superando anche i livelli pre-pandemici.
  • GPL Autotrazione: Per il terzo mese consecutivo, il GPL per auto ha registrato una crescita, con un +3,2% pari a 4.000 tonnellate in più.
  • Gasolio Motori: Nonostante una lieve flessione complessiva (-0,8%, -14.000 tonnellate), il gasolio tiene grazie al robusto sostegno del canale extra-rete, che ha visto un incremento del 2,2% (+19.000 tonnellate).

Anche altri indicatori, come i lubrificanti, considerati un anticipatore dell’andamento della produzione industriale, hanno mostrato un ottavo incremento consecutivo (+3,6%), spinti soprattutto dal settore industria (+6,3%). Positivi anche i bitumi (+3,1%), favoriti da condizioni climatiche favorevoli che hanno permesso la prosecuzione dei lavori di manutenzione stradale.

Andamento dei Prezzi e Contesto Internazionale

Nel mese di novembre, i prezzi medi al consumo si sono attestati a 1,718 euro al litro per la benzina e a 1,680 euro al litro per il gasolio. Questi valori riflettono l’andamento rialzista dei mercati internazionali nella prima metà del mese, influenzato dalle tensioni geopolitiche, in particolare dal conflitto russo-ucraino che ha limitato l’offerta, soprattutto di gasolio. Tuttavia, nella seconda parte di novembre è iniziata una tendenza al ribasso che è ancora in corso.

È interessante notare che, a livello di prezzo industriale (al netto delle tasse), sia la benzina che il gasolio in Italia restano inferiori di 2,6 centesimi di euro al litro rispetto alla media dell’area euro.

Bilancio dei Primi Undici Mesi del 2025

Guardando al quadro generale dei primi undici mesi dell’anno, le vendite totali sul mercato nazionale hanno raggiunto circa 46,7 milioni di tonnellate, registrando un calo del 2,9% (-1,4 milioni di tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2024. Su questo dato ha inciso anche un calendario con tre giorni lavorativi in meno. La flessione complessiva dei consumi petroliferi totali (pari a 51,5 milioni di tonnellate) è stata del 3,2%, e anche in questo caso il calo è attribuibile per il 56% alla crisi della petrolchimica netta (-947.000 tonnellate).

Di atlante

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