Como – Una vera e propria bufera si è abbattuta sul settore della ristorazione comasco. Al centro del ciclone, il nuovo regolamento comunale per le concessioni di occupazione del suolo pubblico, voluto dal sindaco Alessandro Rapinese, che promette di ridisegnare il volto del centro storico e delle piazze cittadine. La proposta, che approderà in Consiglio comunale per il voto a gennaio, introduce una serie di norme stringenti che hanno già sollevato un vespaio di polemiche tra gli esercenti, con Confcommercio in prima linea a contestare metodo e merito del provvedimento.
Una Svolta Radicale: Meno Spazio e Più Regole
Il cuore del nuovo regolamento risiede in una drastica riduzione degli spazi esterni a disposizione di bar e ristoranti. La norma stabilisce che la superficie di suolo pubblico concessa non potrà più superare il doppio della superficie di somministrazione interna del locale, con un tetto massimo invalicabile di 90 metri quadrati. Si tratta di un dimezzamento rispetto al limite attuale, una misura che rischia di impattare pesantemente sulle attività che hanno fatto dei loro dehors un punto di forza, specialmente in una città a forte vocazione turistica come Como. Locali con spazi interni ridotti vedranno così drasticamente limitata la loro capacità di accoglienza all’aperto.
Ma le novità non si fermano qui. Il provvedimento introduce un’estetica urbana quasi “imposta”, con vincoli cromatici e di arredo estremamente precisi, soprattutto per il centro storico.
- Colori Obbligatori: Gli arredi esterni – tavoli, sedie, porta menù e fioriere – dovranno essere obbligatoriamente di colore grigio antracite. Per gli ombrelloni, la scelta è ancora più specifica: solo bianco perla, con tanto di codice di riferimento cromatico indicato nella bozza del regolamento.
- Tovagliato: Addio a fantasie e colori vivaci. Le tovaglie dovranno essere esclusivamente in tinta unita o di carta.
- Divieti Assoluti: Sarà vietato posizionare tavoli e sedie sotto i portici, per garantire la piena fruibilità pedonale. Inoltre, una lunga lista di elementi d’arredo e decorativi sarà bandita: divanetti, paraventi, mobiletti, panchine, cestini per i rifiuti e altre decorazioni varie.
L’obiettivo dichiarato dal sindaco Rapinese è quello di “mettere ordine” e garantire uniformità, decoro e rispetto delle regole, sottolineando come il suolo pubblico abbia generato introiti significativi per i gestori, i quali ora devono contribuire alla cura della città.
La Protesta degli Esercenti: “Provvedimento Punitivo e Calato dall’Alto”
La reazione del mondo del commercio non si è fatta attendere. Confcommercio Como ha immediatamente contestato il provvedimento, lamentando i tempi stretti e, soprattutto, la totale assenza di un percorso di condivisione con le categorie interessate. L’associazione ha formalizzato le proprie osservazioni, chiedendo la sospensione temporanea dell’iter di approvazione per avviare un confronto strutturato. Secondo Confcommercio, pur condividendo i principi generali di razionalizzazione, è fondamentale che le nuove regole rispondano alle reali esigenze del settore e non si traducano in meri adempimenti formali, difficili da applicare senza un’adeguata preparazione.
Le critiche vertono anche sulla necessità di un’applicazione graduale, per consentire agli operatori di adeguarsi ed evitare “danni economici ingiustificati”, considerando gli investimenti già sostenuti per gli attuali allestimenti. La preoccupazione è che una riduzione eccessiva dei tavoli possa favorire fenomeni di abusivismo e una conseguente “degenerazione urbana”, anziché migliorare il decoro.
Anche il mondo politico si è diviso. Fratelli d’Italia ha definito la misura “punitiva e omologante, calata dall’alto”, accusando il sindaco di non comprendere le dinamiche di una città reale e di colpire indiscriminatamente un settore vitale per l’economia locale. La discussione ha superato i confini locali, approdando persino sulla televisione nazionale, con un servizio di Rai Uno che ha evidenziato la spaccatura nell’opinione pubblica cittadina tra chi invoca più ordine e chi teme per il futuro delle attività commerciali.
Il Contesto: Tra Decoro Urbano e Sviluppo Turistico
La vicenda si inserisce in un contesto complesso. Como, negli ultimi anni, ha vissuto un’importante crescita turistica, che ha portato a un naturale aumento di bar, ristoranti e, di conseguenza, di tavolini all’aperto. La gestione degli spazi pubblici è diventata così un tema centrale, un delicato equilibrio tra la necessità di preservare il decoro e l’identità del centro storico e l’esigenza di sostenere un settore economico fondamentale che crea lavoro e attrattività.
Il nuovo regolamento, che oggi approda in commissione prima del voto decisivo di gennaio, rappresenta una scelta netta da parte dell’amministrazione Rapinese. Una scelta che, al di là delle singole prescrizioni, solleva una questione più ampia sul modello di città che si vuole perseguire: un centro storico ordinato e omologato o uno spazio urbano più variegato e flessibile, capace di accogliere le diverse identità commerciali? La risposta arriverà dal Consiglio comunale, ma il dibattito in città è più acceso che mai.
