ROMA – Un legame che si rafforza, un’abitudine che diventa sistema, un affetto che ridisegna i contorni della famiglia moderna. L’Italia del 2024 si conferma una nazione dove gli animali domestici non sono semplici comprimari, ma veri e propri protagonisti della vita quotidiana. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat nel contesto dell’Indagine multiscopo “I Cittadini e il Tempo libero”, sono circa 10 milioni le famiglie italiane che ospitano almeno un animale domestico, una cifra pari al 37,7% del totale. Si tratta di una tendenza in crescita lenta ma costante, che segna un aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al 36,2% registrato nel 2015, dopo un lungo periodo di stabilità.

Questo fenomeno non è solo un dato statistico, ma lo specchio di un’evoluzione culturale e sociale profonda, che vede l’animale da compagnia integrarsi in maniera sempre più strutturale nel tessuto familiare. Complessivamente, si stima che nelle case degli italiani vivano circa 25 milioni e 500mila animali, un vero e proprio “popolo” a quattro zampe (e non solo) che condivide spazi, abitudini e affetti.

Il podio degli affetti: cani e gatti re incontrastati

Nell’universo degli animali da compagnia, cani e gatti mantengono un dominio assoluto. Circa il 33,9% delle famiglie italiane, quasi una su tre, possiede almeno un cane o un gatto, o entrambi. Analizzando i dati nel dettaglio, emerge che il 22,1% delle famiglie ha scelto la compagnia di uno o più cani, mentre il 17,4% ha aperto le porte a uno o più gatti. Interessante notare la dinamica di “convivenza multipla”: tra chi possiede questi animali, il numero medio è di 1,3 cani per famiglia e di 1,8 gatti, suggerendo una spiccata tendenza ad accogliere più di un esemplare felino.

La crescita, osservata dal 2006, è stata trainata soprattutto dalla popolarità dei cani, la cui presenza nelle famiglie è passata dal 20,7% del 2006 al 22,1% del 2024. Più contenuto, ma comunque significativo, l’aumento per i gatti, passati dal 16,4% al 17,4% nello stesso periodo. Al di fuori del duopolio canino-felino, troviamo altre specie: i pesci colorano il 3,2% delle abitazioni, mentre uccelli (1,5%) e tartarughe (1,3%) rappresentano nicchie più contenute.

La nuova geografia dell’amore animale: piccoli comuni e Centro Italia in testa

La scelta di accogliere un animale domestico non è uniforme sul territorio nazionale, ma disegna una mappa precisa che lega questa abitudine allo stile di vita e agli spazi abitativi. Il Centro Italia si conferma l’area geografica con la più alta densità di “pet lovers”, con il 42,7% delle famiglie che possiede un animale. Seguono il Nord-est (40,3%) e il Nord-ovest (38,5%), mentre la presenza è meno marcata nelle Isole (34,3%) e nel Sud (31%).

Un dato ancora più eloquente emerge dall’analisi demografica dei comuni. La vita urbana, con i suoi ritmi serrati e spazi ridotti, sembra porre un freno a questa tendenza. Nei grandi centri metropolitani, infatti, “solo” il 29,4% delle famiglie ha un animale. La situazione si ribalta completamente nei piccoli comuni fino a 2.000 abitanti, dove quasi una famiglia su due (47,7%) convive con un animale. Questa netta differenza, come sottolineato dall’Istat, è probabilmente facilitata dalla maggiore disponibilità di spazi verdi e da abitazioni mediamente più grandi.

L’identikit della famiglia “pet-friendly”: il boom delle coppie senza figli

Se la geografia è importante, la composizione del nucleo familiare è determinante. I dati Istat 2024 rivelano un quadro affascinante e in piena evoluzione. Le famiglie più propense ad avere un animale domestico sono le coppie con figli di 14 anni o più (51,2%), seguite dalle famiglie monogenitore con figli nella stessa fascia d’età (48,8%).

Tuttavia, il dato più dirompente, che merita un’analisi approfondita, è l’impressionante crescita registrata tra le coppie senza figli con membri sotto i 65 anni. In questa categoria, la percentuale di famiglie con animali è balzata dal 38% del 2006 al 47,9% del 2024: un incremento di quasi 10 punti percentuali che segnala un cambiamento radicale. Questo “boom” suggerisce come, in un contesto di denatalità, l’animale domestico assuma un ruolo affettivo sempre più centrale, diventando un vero e proprio membro della famiglia e un catalizzatore di relazioni e benessere all’interno della coppia.

La cura degli animali, infine, rimane una responsabilità condivisa ma con una leggera prevalenza femminile. Il 38,1% delle persone con più di 11 anni si prende cura degli animali domestici, di cui il 23,8% lo fa con assiduità quotidiana o settimanale.

Di davinci

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